L’Unione europea sarebbe pronta a chiudere le sue frontiere ai cittadini statunitensi a partire dal primo luglio, quando i confini esterni del blocco riapriranno. Colpa dell’amministrazione statunitense che non è riuscita a gestire la pandemia. È quanto rivelato dal New York Times, che ha consultato documenti interni.
Turisti e visitatori dagli Stati Uniti verrebbe trattati come quelli provieniti da Russia e Brasile, “sgraditi” scrive il quotidiano della Grande mela, sottolineando come ciò rappresenti “un duro colpo per il prestigio americano nel mondo e un rifiuto della gestione del virus da parte del presidente” Donald Trump negli Stati Uniti, primo Paese al mondo per casi (oltre 2,3 milioni) e morti (più di 120.000 morti).
AMERICANI NO, CINESI SÌ
I 27 Stati membri dell’Unione stanno lavorando su due bozze di elenchi (che verranno aggiornati ogni due settimane), rivela il New York Times. Ed entrambe prevedono l’apertura delle frontiere alla Cina (da dove il Covid-19 è partito per diffondersi in tutto il mondo), così come a nazioni in via di sviluppo come Uganda, Cuba e Vietnam. La decisione finale è prevista all’inizio della prossima settimana. E sicuramente fino a quel momento lo scoop alimenterà nuove tensioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, che a marzo, quando il Vecchio continente era l’epicentro della pandemia, decise di chiudere le frontiere ai cittadini della maggior parte dei 27 facendo infuriare le controparti europee.
Come ricorda il giornale statunitense, l’Unione europea non può costringere gli Stati membri ad adottare le nuove misure, ma i funzionari europei avvertono che il mancato rispetto da parte di uno qualsiasi dei 27 potrebbe portare alla reintroduzione dei confini all’interno del blocco.
È lo stesso New York Times a suggerire una via d’uscita, però: “Proibire ai viaggiatori americani di entrare nell’Unione europea avrebbe implicazioni economiche, culturali e geopolitiche significative. Milioni di turisti americani visitano l’Europa ogni estate. I viaggi d’affari sono comuni, visti gli enormi legami economici tra gli Stati Uniti e l’Unione europea”.
LA STRETTA DI TRUMP SULL’IMMIGRAZIONE
Poche ore prima dello scoop del New York Times era arrivata un’altra stretta di Donald Trump sull’immigrazione: il presidente statunitense aveva esteso fino alla fine dell’anno la sospensione della concessione di visti lavoro per diverse categorie chiave, una decisione che avrà implicazioni per circa 500.000 persone. L’ordine esecutivo proroga una decisione adottata in piena pandemia nel quadro di una serie di misure destinate a frenare la diffusione del contagio. Ora, ha commentato la Casa Bianca, questa disposizione “assicurerà ai lavoratori americani l’accesso prioritario al mondo del lavoro in una fase di ripresa dagli effetti della crisi sanitaria”.
I visti riguardano le categorie H1B, riservate a lavoratori esperti nei settori dell’alta tecnologia, e L1 per dirigenti stranieri. Verrà esteso anche il blocco alla concessione di green card, che consentono la residenza permanente nel Paese. Saranno esentati dalle misure quanti lavorano nell’industria alimentare.