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Tutti contro Trump. Bolton, giudici, social, sondaggi. Il punto di Gramaglia

Le polemiche sul libro di memorie di John Bolton, sulla cui pubblicazione un giudice dovrebbe pronunciarsi oggi, ma anche nuove tensioni tra Donald Trump e i social media – Facebook e di nuovo Twitter ne ‘censurano’ dei post – e, fronte democratico, il passo indietro d’una possibile ‘vice’ di Joe Biden: “La ‘vice’ sia nera”, dice la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, bianca; “Questo è il momento di una donna di colore”.

Un nuovo sondaggio conferma il vantaggio di Biden su Trump: secondo un rilevamento Quinnipac, il candidato democratico è otto punti avanti al presidente repubblicano, 49% a 41%. Biden è forte fra le donne, gli afro-americani (82% contro 9%) e gli ispanici, mentre i bianchi sono con Trump.

Il magnate presidente deve pure incassare una seconda sentenza a lui contraria della Corte Suprema, che dopo avere bocciato le discriminazioni degli Lgbtq, blocca il giro di vite sui Dreamers, cioè sugli immigrati irregolari entrati negli Usa da bambini e protetti da un programma federale varato da Barack Obama. I giudici supremi tolgono dall’incubo del rimpatrio circa 700 mila persone, che già godono di un permesso di lavoro regolare. Esultano l’ex presidente, che non vede così rottamata una fetta della sua eredità politica, il suo ex ‘vice’ Biden e le organizzazioni dei e pro migranti.

Fronte social, dopo Twitter anche Facebook censura Trump, rimuovendo alcuni post della campagna per la sua rielezione (Team Trump) che contengono simboli nazisti e di istigazione all’odio. “Non permettiamo simboli che rappresentano organizzazioni e ideologie ispirate all’odio senza che siano contestualizzati o oggetto di condanna”, scrive il social di Mark Zuckerberg. La campagna di Trump sostiene che quei simboli sono collegati ad Antifa, il movimento anti-fascista e anti-razzista che il presidente ha equiparato a un’organizzazione terroristica.

Dal canto suo, Twitter appone la scritta ‘Manipulated media’ sotto un tweet in cui Trump ha postato una versione ‘taroccata’ di un video molto popolare sui social, virale fin dal 2019: quello che mostra due bimbi, uno bianco e uno afro-americano, che corrono l’uno verso l’altro alla fine abbracciandosi. Nella versione postata dal presidente, si vede, invece, il bimbo bianco inseguire quello nero e sotto la scritta: “Bambino terrorizzato fugge da bambino razzista”.

Trump e la sua Amministrazione intensificano il fuoco di sbarramento contro il volume di Bolton, ‘The Room where it happened. A White House memoir’, del quale continuano a uscire indiscrezioni e la cui pubblicazione è prevista il 23 giugno.

Il magnate presidente twitta e dice che Bolton, un suo ex consigliere per la Sicurezza nazionale, è come Jim Comey, un ex direttore dell’Fbi, licenziato perché non gli fu compiacente nel Russiagate, “il più odiato d’America”; e aggiunge “è un malato di mente, pazzo, la sua è pura fiction, vuole vendicarsi perché l’ho licenziato”. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, che dal libro non esce bene, definisce Bolton “un traditore”: “le sue sono solo menzogne”.

Biden invece sostiene che il traditore del popolo americano è Trump, non Bolton: “Abbiamo saputo che il presidente ha svenduto il popolo americano per tutelare il suo futuro politico. Se i resoconti sono veri, non è solo moralmente ripugnante, è una violazione da parte di Trump del sacro dovere verso il popolo americano di proteggere gli interessi americani e difendere i nostri valori”.

Il riferimento è soprattutto al presunto baratto tra concessioni commerciali alla Cina e favori cinesi alla rielezione del magnate. “Il mio messaggio ai leader cinesi, o a chiunque il presidente Trump potrebbe invitare ad interferire, è: state lontani dalla nostra democrazia, dalle nostre elezioni”.

Da Pechino, la Cina assicura di non avere “intenzione di interferire con politica ed elezioni interne degli Stati Uniti: non lo faremo”, assicura il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. Pechino, aggiunge Zhao, “ha sempre rispettato il principio di non interferire negli affari interni” altrui. Per contro, Trump su Twitter scrive che “Tagliare tutti i ponti con la Cina resta un’opzione”, contraddicendo il negoziatore commerciale della sua Amministrazione, Robert Lighthizer, che aveva detto al Congresso che la Cina sta rispettando i termini dell’accordo con gli Usa e che tagliare i ponti con Pechino sarebbe ormai irragionevole.

Secondo altri stralci del libro di Bolton diffusi dai media americani, Trump approvò l’internamento degli uiguri in Cina – il presidente ha appena promulgato una legge che autorizza sanzioni alla Cina per quella vicenda – e difese il principe saudita Mohammed bin Salman nel caso Khashoggi – questo era ben noto – per distrarre (questa è la novità) l’attenzione dalla ‘prima figlia’ Ivanka accusata di aver usato l’email privata per attività di governo. Trump avrebbe pure detto che invadere il Venezuela sarebbe stato “fantastico” e che quel Paese era “realmente parte degli Stati Uniti”

Fronte coronavirus, infine, i dati della John Hopkins University confermano un rimbalzo dei casi in una ventina di Stati: giovedì, si sono contati circa 700 decessi, così che il totale delle vittime è salito oltre le 118.000 – erano 118.421 alla mezzanotte sulla East Coast -, mentre quello dei contagi sfiora i 2.190.00. Fra gli stati dove l’andamento dell’epidemia è più preoccupante, accanto a Texas, Arizona e Florida, vi sono Oklahoma, Nevada e Oregon.

Il modello aggiornato dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) della University of Washington stima che entro il primo ottobre negli Usa il numero dei morti potrebbe raggiungere quota 200 mila, con una correzione al rialzo di 30 mila morti rispetto alla settimana scorsa. L’Ihme ritiene che le morti giornaliere potrebbero ricominciare ad aumentare a settembre, causa “l’aumento della mobilità e l’allentamento prematuro del distanziamento sociale in alcuni Stati”.

Oggi si celebra Juneteenth, commemorazione annuale il 19 giugno della fine della schiavitù. Trump s’è vantato di avere reso la ricorrenza popolare fissando il suo primo comizio post emergenza proprio oggi a Tulsa e rinviandolo poi di un giorno causa le critiche degli afro-americani. “Ho fatto qualcosa di buono: ho reso il Juneteenth molto famoso”, ha detto al Wall Street Journal. “E’ davvero un evento importante, ma nessuno ne aveva mai sentito parlare”. La Casa Bianca ha sempre diffuso, da quando Trump è presidente, una nota di commemorazione di Juneteenth, che, anche se non è una festa federale, è largamente celebrata dagli afro-americani ed è osservata da 47 Stati su 50, oltre che nella capitale.

S’è intanto appreso che l’ispettorato generale dell’Air Force sta indagando se siano stati impropriamente utilizzati aerei militari per voli di ricognizione tesi a sorvegliare le recenti proteste anti-razziste. Lo scrive il New York Times citando un portavoce della Us Air Force secondo cui l’inchiesta è partita da alcune preoccupazioni condivise anche dal capo del Pentagono Mark Esper su possibili violazioni delle libertà civili da parte delle Forze armate.

Infine, Joe Biden accetterà di persona la nomination democratica per la Casa Bianca a Milwaukee, Wisconsin, al termine della convention democratica che si terrà in scala ridotta nella seconda metà di agosto per rispettare le restrizioni da coronavirus, ma che non sarà quindi totalmente ‘da remoto’.

(GpnewsUsa2020)

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