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Parte (forse) la Difesa europea. Ecco i contratti assegnati da Bruxelles

La Difesa comune è partita. Per la prima volta nella sua storia, l’Unione europea ha dato luce verde al finanziamento di progetti per sviluppare armamenti. Annunciati ieri dalla Commissione, valgono nel complesso 206 milioni di euro per sedici programmi di sviluppo e tre dedicati alla ricerca in campo militare. Il tutto, alla vigilia del vertice odierno tra i ministri della Difesa dell’Ue, con gli occhi sono puntati sulle novità per la Pesco e la dotazione del futuro European Defence Fund (Edf).

LA TABELLA DI MARCIA

I contratti annunciati dalla Commissione sono 19. Sedici sono assegnati nell’ambito dell’Edidp (il programma di sviluppo dell’industria europea della difesa) per 200,5 milioni; gli altri tre riguardano invece la Padr (l’azione preparatoria nel campo della ricerca). Si tratta dei due progetti-pilota per la Difesa europea, in vista del più cospicuo Edf, in partenza il prossimo anno. Per la Padr, i tre progetti si aggiungono ai 15 già lanciati dal 2017, con uno stanziamento complessivo di 90 milioni nel periodo 2018-2020. L’attesa maggiore era invece per l’Edidp, al debutto assoluto nell’ambito di un finanziamento complessivo da 500 milioni nel bienni 2019-2020. Lo scorso aprile, la Commissione ha presentato una “call for proposal” per 160 milioni e dodici categorie di capacità. I contratti che ne usciranno si aggiungeranno ai 16 pubblicati ieri (200,5 milioni), scelti tra una pletora di 40 proposte.

NUMERI E PROSPETTIVE

Nove dei 16 programmi Edidp vedono corrispondenza nei progetti Pesco (la cooperazione strutturata permanente), confermando l’intenzione di dare coerenza e omogeneità alle varie iniziative della Difesa europea. La partecipazione di Pmi (83 nel complesso) vale il 37%, mentre gli Stati partecipanti sono in tutto 24. In tutti i casi, si tratta di programmi co-finanziati (così sarà anche per l’Edf), in cui all’impegno della Commissione si deve necessariamente aggiungere quello dei singoli Stati.

IL CONTESTO POLITICO

Il disvelamento dei programmi è arrivato alla vigilia del vertice informale (in videoconferenza) tra i ministri della Difesa dell’Ue. In agenda c’è il punto sulle diverse iniziative comune, su cui i titolari delle Difesa europee avevano invitato Bruxelles a procedere già nel precedente incontro del 12 maggio. Un paio di settimane dopo, tuttavia, la Commissione targata Ursula von der Leyen ha presentato la nuova proposta per l’Edf 2021-2027: 8 miliardi di euro a fronte dei 13 previsti nella prima proposta a giugno 2018; un passo indietro che ha risentito dei numeri al ribasso sperimentati nei negoziati tra Paesi membri sull’intero bilancio pluriennale dell’Unione. La partita è tuttavia ancora aperta. A fine maggio, Lorenzo Guerini e le colleghe di Francia, Spagna e Germania hanno scritto all’Alto rappresentate Josep Borrell per chiedere di mantenere alto il livello di ambizione (e di risorse) sulla Difesa comune.

LA SICUREZZA DALLO SPAZIO

Un segnale incoraggiante è arrivato con l’annuncio di ieri. Il programma più corposo dei 16 progetti dell’Edidp è “Geode”, con un costo totale di oltre 92 milioni di euro, di cui quasi 44 coperti dal contributo Ue. Coordinato dalla francese Fdc, fa riferimento al progetto Pesco “Euras”, con l’obiettivo di generare soluzioni utili alla Difesa dal sistema di navigazione satellitare Galileo, tra canali sicuri, antenne e ricevitori. Vi partecipano pressoché tutti i big del settore del Vecchio continente; per l’Italia ci sono Leonardo, Thales Alenia Space, Telespazio, Elettronica e la sua controllata Cy4Gate. Con una durata di sei anni, comprende attività di prototipazione, test, qualificazione e certificazione.

L’ADDESTRAMENTO A GUIDA LEONARDO

Non ha corrispondenza con la Pesco il progetto “Fits4Top”, coordinato dall’italiana Leonardo, per un costo complessivo di 5,2 milioni di euro (4,4 coperti dall’Ue). L’obiettivo è arrivare a qualificare un sistema integrato per l’addestramento al volo dei piloti, focalizzato sull’integrazione “live, virtual e constructive”, comprensivo di un velivolo che abbia come ruolo secondario anche le caratteristiche da attacco leggero. Su questo, Leonardo può vantare le consolidate competenze nel campo dell’addestramento, tra M-346, M-345 (fresco di certificazione utile all’export) e la scuola internazionale di Galatina, frutto della partnership con l’Aeronautica militare.

E-GEOS PER OSSERVAZIONE REAL TIME

È a guida italiana anche il programma “Peoneer” (senza corrispondenza con la Pesco), coordinato da e-Geos, la joint venture tra Telespazio e Agenzia spaziale italiana (Asi). Vale quasi 8,5 milioni di euro, con una copertura dell’Ue che arriva a 7,6. In tre anni dovrà arrivare a testare un sistema di osservazione permanente della Terra per impieghi di intelligence, sorveglianza e riconoscimento (Isr). Con tecnologie di intelligenza artificiale e sensori di bordo (su droni e satelliti) in grado di processare dati in tempo reale, dovrà essere capace di interpretare autonomamente tutte le informazioni raccolte.

VERSO IL DRONE EUROPEO

Fa riferimento al programma Pesco per l’Eurodrone (o Male Rpas), il contratto per “Eudaas”. Vale 27,4 milioni, è coordinato dalla svedese Saab e durerà tre anni, con la partecipazione per l’Italia del Centro ricerche aerospaziali di Capua (il Cira) e di Leonardo. Si punta alla sistemistica per il drone europeo, in particolare ai sensori per Isr, per l’integrazione nella gestione del traffico aereo e per le comunicazioni.

TRA ELETTRONICA E COMANDO

Con un costo di 14,8 milioni (11,6 coperti dall’Ue) prende vita anche il progetto “React”, basato sull’esigenza definita in ambito Pesco per lo sviluppo di un sistema d’attacco elettronico da impiegare sui velivoli del futuro. Lo stanziamento copre studio di fattibilità e progettazione, con una durata di tre anni. Il consorzio è guidato dalla spagnola Indra e vede la partecipazione dell’italiana Elettronica, insieme a Saab, Thales e la tedesca Hensoldt. È corposo anche il programma “Esc2” per un sistema europeo di comando e controllo. Studio di fattibilità e progettazione per 30 mesi valgono un costo di quasi 22 milioni (contributo Ue, 20 milioni). A coordinare l’ampio consorzio (17 realtà) c’è Indra; per l’Italia ci sono Leonardo e Stam. Corrisponde al progetto Pesco che lega l’esigenza operativa alle missioni della Politica di sicurezza e difesa comuni.

CONSAPEVOLEZZA CYBER

Lo stesso progetto Pesco ha determinato un altro programma dell’Edidp: “Ecysap”, della durata di quattro anni e con un costo 18,9 milioni di euro (copertura Ue, quasi 11 milioni). È anch’esso guidato dalla spagnola Indra (sempre seguita da Leonardo), con l’obiettivo di testare e qualificare un sistema software in grado di offrire ai militari la piena consapevolezza, in tempo reale, delle minacce nel campo cibernetico.

LE NAVI DEL FUTURO

In campo navale, c’è il programma “Sea Defence”. Senza corrispondenza nell’ambito della Pesco, vale 15,9 milioni di euro (copertura Ue, 14,3 milioni), destinati a finanziare 30 mesi di studio su future piattaforme navali e relative tecnologie. Il consorzio è guidato dalla danese Damen, con la partecipazione di tutti i big europei in campo naval: Fincantieri, la spagnola Navantia, la francese Naval Group e la tedesca Thyssenkrupp.


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