Democrazia e cultura ai tempi del Covid-19: i social come mezzo di innovazione e democratizzazione tra i giovani.
Il rapporto tra il mondo della cultura e i social media è un tema molto alla moda, tuttavia resta un discorso che richiede un notevole approfondimento. Anzitutto occorre focalizzare l’attenzione sulle piattaforme deputate, tra cui Facebook, Twitter e TikTok, seguite poi anche da Pinterest e altri social.
Ci sono due facce della medaglia che vedono il mondo dei social rappresentato dalle giovani generazioni, i cosiddetti nativi digitali e/o i Millennials che indubbiamente sono più sensibili al fascino dei social, mentre invece le generazioni più grandi mostrano una certa resistenza.
Indubbiamente questa crisi pandemica ha accelerato molti dei trend che si stavano già delineando nel rapporto tra mondo della cultura e social, in cui ci sono state diverse sperimentazioni tra cui l’apertura dei musei e delle istituzioni culturali alle piattaforme social che è stata un’operazione piuttosto ben accolta, la quale ha richiesto una precisa pianificazione e diversi investimenti, in quanto le diverse sezioni museali devono poter disporre di personale formato con una buona conoscenza del mondo social e delle piattaforme più utili per le iniziative che si vogliono pubblicizzare e con una proprietà di linguaggio utile per diffondere contenuti interessanti sulle piattaforme.
Pertanto i prossimi investimenti dovrebbero essere fatti nell’ambito del percorso già definito da parte dell’agenda digitale europea. Risorse che potranno essere utili per formare personale e per compiere un’azione mirata e pianificata. A livello nazionale dovranno essere coinvolte molte delle istituzioni pubbliche, con iniziative condotte di concerto tra il Ministero dei beni culturali MIBACT, il Ministero dell’istruzione e il Ministero per lo sviluppo economico. Ma anche a livello europeo le istituzioni museali possono allearsi e consociarsi per fronteggiare i costi di queste operazioni di sviluppo all’insegna dell’innovazione e delle nuove tecnologie.
Una proposta importante è stata lanciata in prima battuta dal MIBACT, Ministero dei beni culturali, il quale rispetto alla campagna #iorestoacasa, ha inaugurato anche la campagna #laculturanonsiferma con iniziative molto lodevoli relativamente alle visite virtuali dei musei. A seguito di questa campagna, hanno aderito i maggiori musei italiani, tra cui anche gli Uffizi e i Musei Vaticani e le scuderie del Quirinale a Roma e il Museo Egizio di Torino.
Con le sue numerose proposte, l’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, da me presieduta, di concerto con le maggiori istituzioni pubbliche italiane ed europee, è stata la prima ha lanciare programmi e progetti mirati ad integrare la cultura e l’innovazione, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie per favorire la formazione delle nuove generazioni e plasmare le loro giovani menti.
Con il lancio della proposta per la realizzazione di un “Decreto Connessioni”, l’ANGI ha presentato un piano al governo, al premier Giuseppe Conte, alla Ministra Paola Pisano e ai Ministri Azzolina e Patuanelli, per far ripartire l’Italia e che mettesse al centro la riduzione del divario digitale e un integrazione tra cultura e innovazione per supportare i cittadini e salvaguardare il comparto economico culturale del Paese.
È stato compiuto pertanto un notevole salto tra il mondo della cultura e il mondo dei social. Questa alleanza sarà foriera di sviluppo, e come già sperimentato, vedrà l’Interattività e la multifunzionalità del mondo social unito a quello della cultura, rendendo i giovani sempre più protagonisti di questa trasformazione digitale.
E grazie anche al programma di investimenti europeo con il cosiddetto Recovery Plan, passando per il DL Rilancio presentato nei giorni scorsi, si apre una nuova stagione all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, la quale metterà in mano, senza discriminazione alcuna, gli strumenti per la riscoperta di un nuovo humus culturale che una nuova visione di sviluppo dell’Italia in chiave innovativa.
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