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5G, l’altra partita tra Usa e Israele (e la Cina trema)

Dopo il pressing sul 5G nel Regno Unito (che, come raccontato anche da Formiche.net sta dando i suoi frutti), gli Stati Uniti stanno concentrando le loro attenzioni in chiave anticinese su Israele. 

Ieri, a due settimane dalla visita lampo del segretario di Stato Mike Pompeo nello Stato ebraico, il governo guidato da Benjamin Netanyahu ha deciso di affidare non alla (favoritissima) cinese Hutchison bensì alla israeliana IDE Technologies la costruzione del più grande impianto di dissalazione al mondo che sorgerà nel kibbutz Palmachim, a Sud di Tel Aviv. Sembra un primo segnale della svolta che Gerusalemme è intenzionata a fare nel rapporto con gli Stati Uniti e con la Cina, come notavamo ieri su Formiche.net. 

Nelle ore successive quella scelta, però, da Washington è arrivata una nuova indicazione. Come riporta il quotidiano israeliano Haaretz, David Friedman, ambasciatore statunitense in Israele, ha avuto un colloquio con Yoaz Hendel, ministro delle Comunicazioni, e Zvi Hauser, presidente della commissione Affari esteri e difesa della Knesset (il Parlamento israeliano). 

Come nota il giornale israeliano, il governo di Netanyahu ha dinnanzi a sé altre due decisioni da prendere che riguardano gli investimenti cinesi nel mercato delle telecomunicazioni e che sono state al centro della conversazione.

Prima: l’acquisto di apparecchiature per le reti 5G. E qui i timori degli Stati Uniti sono noti: Huawei e il pericolo che rappresenta per la sicurezza nazionale ma anche per la condivisione di informazioni sensibili il gigante di Shenzhen. Ma non soltanto esso. Basti pensare al porto di Haifa, il cui terminal container verrà gestito dal prossimo anno (e per un quarto di secolo) dal Gruppo internazionale portuale di Shanghai. Le navi della Marina statunitense potrebbe rifiutarsi di attraccare alla vicina base navale.

Seconda: la questione dell’azienda israeliana Partner (ex Orange Israel). Le autorità israeliane sono chiamate a decidere se dopo circa 10 anni la Hutchison (nello specifico una divisione dello stesso colosso interessato all’impianto di dissalazione) potrà riprendere il controllo della società di telefonia. “In precedenza”, scrive Haaretz, “gli operatori del settore avevano previsto che Hutchison avrebbe svenduto le azioni della Partner ricevute dal precedente azionista di maggioranza, Haim Saban”. L’affare tra il magnate israeliano e il colosso cinese è stato concluso a novembre, ma anche le autorità locali non si sono espresse.

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