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Pechino salva (ancora) l’amico Maduro. Gli interessi dell’alleanza Cina-Venezuela

Il leader del regime del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato ieri l’estensione per un altro mese dello “stato di allerta” per la pandemia coronavirus; una decisione che permette di prolungare per altri 30 giorni il lockdown in tutto il territorio.

“Voglio rinnovare il decreto dello stato di allerta per continuare a proteggere il nostro popolo – ha spiegato Maduro in una trasmissione dell’emittente televisiva statale Vtv -. Non molliamo, non è tempo di mollare, è tempo di stringere. […] Coscienza!”. Il socialista ha chiesto di rispettare le misure di sicurezza sanitaria. Questa è la seconda estensione dello stato di allerta, che sarà in vigore per ora fino al 12 giugno.

In Venezuela si sono verificati 10 decessi e 423 casi di contagio di coronavirus. Le cifre ufficiali sono state confutate dal leader dell’opposizione e presidente del Parlamento, Juan Guaidó. Dopo lo stato di allerta sono state sospese le attività lavorative, la distribuzione di alimenti e molti servizi. L’Istituto Nazionale di Aeronautica Civile ha annunciato il rinnovo del divieto di voli nel Paese (con eccezione fatta però per gli aerei iraniani, qui l’articolo di Formiche.net).

A tendere la mano al regime di Maduro in questo momento di crisi sanitaria (e per il Venezuela, da tempo immersa in una profonda crisi economica ed umanitaria) non è solo Teheran. La Cina ha inviato questa settimana circa 46 tonnellate di aiuti umanitari per la gestione della pandemia Covid-19. Il materiale sanitario è arrivato grazie ad un ponte aereo tra i due Paesi.

“Questo è il quinto volo con cui stiamo ricevendo 46 tonnellate di materiale medico – ha dichiarato il ministro della Sanità venezuelano, Carlos Alvarado, dall’aeroporto internazionale di Maiquetía vicino a Caracas -. Questo rafforzerà la nostra capacità di diagnostica e la capacità di proteggerci da questa terribile pandemia che sta colpendo l’umanità”.

Il ministro ha aggiunto che “questa è l’evidenza dell’importanza dell’integrazione tra Venezuela e Cina, l’unico modo per combattere e vincere il coronavirus è con l’unione di tutti i Paesi del mondo”.

In Venezuela sono arrivati in donazione da Pechino 80.000 test di Proteina C reattiva e 4 milioni di mascherine e guanti. Alvarado ha assicurato che il materiale sarà distribuito immediatamente in diversi centri di salute e nei centri della missione sanitaria cubana Barrio Adentro.

Questa però non è la prima volta che la Cina invia materiale medico per l’alleato Maduro. Il ministro per gli Affari esteri, Jorge Arreaza, ha fatto il resoconto totale da quando è iniziata l’emergenza Covid-19: Pechino ha donato 3000 tonnellata di aiuti, tra cui 1 milione di test veloci, 150.000 kit per la diagnosi, 8,2 milioni di mascherine, 1,6 milioni di guanti, 135.000 abiti di isolamento e protezione, 14.000 occhiali di protezione e 23.000 termometri.

Arreaza ha sottolineato che quelle che stanno facendo la maggior parte delle donazioni non solo sono le istituzioni dello Stato cinese, “ma anche le imprese che sono presenti nella cooperazione con il Venezuela negli ultimi 15 anni, e hanno portato materiale e test che oggi sono arrivati dopo un grande sforzo in Venezuela”.

“La Cina non si è chiusa – sostiene il ministro di Maduro – anzi, si è aperta per condividere la sua esperienza, i successi e gli errori, le misure, la quarantena sociale, e questo attraverso l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e i rapporti bilaterali. La Cina è stata la grande maestra su cosa fare in questo momento”.



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