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Roma-Parigi-Berlino. Un asse a tre per l’Ue. Parola di Amendola, De Montchalin e Severino

La vera sfida delle prossime settimane? Salvare l’Unione Europea e renderla autonoma, sovrana e quindi competitiva a livello globale, con Italia e Francia perni fondanti per la ripartenza del continente. È la lettura del ministro agli Affari Europei Vincenzo Amendola, protagonista insieme all’omologo segretario di stato agli Affari Europei francese Amelie De Montchalin, alla vicepresidente Luiss Paola Severino, all’ex premier Enrico Letta e al politologo Marc Lazar ai “Dialoghi Italo-Francesi – L’Europa alla prova del Covid19”, organizzati in formato digitale dalla Luiss Guido Carli e da Sciences Po in partnership con The European House Ambrosetti.

L’incontro è stato introdotto dalla vicepresidente Severino, che ha sottolineato “l’importanza dell’incontro in un anno davvero particolare per almeno tre ragioni: l’incognita del vuoto politico lasciato dagli accordi sulla Brexit, che potrebbe essere colmato da parte di Paesi, come ad esempio l’Olanda, nel tentativo di accentuare il proprio peso nell’Unione; la necessità di affrontare la più catastrofica crisi economica dalla nascita della Comunità Europea, una recessione di proporzioni storiche; la Presidenza della Commissione assegnata, dal prossimo luglio, alla Germania”.

Severino ha sottolineato l’incombenza della “Presidenza della Commissione europea che la Germania assumerà dal prossimo luglio”.  Questa, ha aggiunto, avrà inizio “dopo la sentenza della Corte Costituzionale tedesca che, anziché aprire ad un dialogo tra le Corti come negli ultimi anni ha fatto la Corte Costituzionale italiana, ha preso una netta posizione nei confronti sia della Bce sia della Corte di Giustizia europea. Anche con riferimento a questa situazione penso che un rafforzamento delle intese tra Italia e Francia potrebbe produrre effetti positivi”.

Rimane una domanda di fondo. Può la forte sintonia tra Italia e Francia rappresentare il nucleo iniziale di una alleanza per controbilanciare le tendenze dei Paesi del Nord?

Per Letta l’intesa con Parigi può rivitalizzare “quell’ Italia forte, competitiva, contro quell’euro-scetticismo italiano che considero futile ma permanente nei confronti dell’Europa, che deve sapere gestire queste difficoltà e fare di questa crisi loccasione per elaborare un grande disegno comune per lEuropa dei nostri figli”.

Anche per il ministro Amendola la ricostruzione “passa dal grande rapporto tra Italia e Francia: sulla scia della dichiarazione di Schuman, che festeggeremo tra pochi giorni, l’ambiziosa cooperazione tra le nostre nazioni guarda alle sfide globali riaffermando la comune volontà di progredire nel cammino di un’Unione Europea più unita, sovrana e democratica. Già il 27 febbraio a Napoli abbiamo celebrato un bilaterale fondamentale, e nella dichiarazione che abbiamo scritto parlavamo di una risposta europea necessaria per le risposte alle sfide della globalità”.

E quale sfida è più ardua della risposta economica ai danni causati dal Covid19? “La pandemia – ha proseguito Amendola – rischia di compromettere i beni essenziali dell’UE, come mercato interno e competitività globale e catene di valore. Per questo motivo, dall’inizio della emergenza, la priorità italiana è stata lavorare con i suoi alleati per una risposta economica: la posta in gioco che riguarda tutti i Paesi.

In un mese abbiamo creato un menù di risposte fiscali comuni: serviva che il “Whatever it takes” fosse dettato dai Governi, perchè era ed è fondamentale costruire risposte congiunte a livello politico e industriale, come già avevano fatto, tra l’altro, Confindustria e Medef a dicembre 2019. Tra Paesi abbiamo lavorato insieme a un compromesso: il 23 aprile si è aperta una nuova era. Ora è tempo di continuare a negoziare, stiamo contrattando altri strumenti di protezione per affrontare insieme la recessione, che ha numeri che toccano la resilienza e i livelli dei Paesi.

Da metà maggio a giugno lavoreremo per dare vita al Recovery Fund: i Commissari Gentiloni e Breton hanno il “copyright” del Recovery Fund. La Commissione presenterà il suo progetto avendo una carta politica fondamentale, un fatto mai successo nella storia. Spero che la proposta sia ambiziosa nella quantità, nella finalità e giuridicamente coerente”.

Amendola ha poi aggiunto: “Nel medio periodo le catene di valore si accorceranno, sarà importante un export regionale. Per il “recover”, dovremo lavorare per costruire una domanda europea fiscale robusta e innovativa. La sfida delle prossime settimane è quella di salvare la UE, rendendola autonoma, sovrana, forte e competitiva a livello globale: l’Italia è pronta al compromesso. L’importante è che parta dagli obiettivi, proteggere i cittadini e il mercato e sfidare la recessione, la più ampia che potevamo mai immaginare”.

Il Ministro agli Affari Europei ha poi commentato la sentenza della Corte costituzionale tedesca: “Rispetto la sentenza, in ogni caso la BCE è indipendente: la sua base giuridica è nella Corte di Giustizia Europea, che ha supremazia sulle corti europee. La BCE non avrà problema a dare risposte sul sostegno lanciato da Mario Draghi, penso che le istituzioni europee abbiano tutte le capacità di rispondere”.

A fare eco ad Amendola, la segretaria di Stato per gli affari europei francese Amelie De Montchalin, che ha ribadito la solida relazione con l’Italia, sottolineando l’intesa molto forte con il Governo italiano: “Ora dobbiamo uscire dalla crisi tutti insieme: non possono esserci risposte che prevedono che ciascuno lavori per conto proprio. Tutti siamo stati colpiti, come ha detto il Presidente Macron, e ci troviamo davanti a momento di verità per l’Unione. Se UE ha le frontiere chiuse, la sensazione di abbandono sarà più forte. Abbiamo bisogno di Francia e Italia insieme, per un progetto politico europeo. Vogliamo avere una solidarietà finanziaria per uscire dalla crisi rendendo settori sinergici Dobbiamo permettere vero rilancio e prospettive europea e consentire un vero rilancio ed essere competitivi”. Quanto alla decisione della Corte di Giustizia, ha continuato la Segretaria, “siamo attaccati alla stabilità dell’Eurogruppo. Dobbiamo difendere la BCE, che darà tutte le risposte richieste. Dobbiamo preservare l’indipendenza della BCE senza avere paure.”

De Montchalin ha poi aperto ad un nuovo patto a tre:La dimensione di una nuova visione europea significa avere a fianco anche la Germania. In Europa è una questione è di metodo. Bisogna creare dei piccoli gruppi per discutere di varie questioni, allargando il consenso generale comune. È giusto lavorare con tutta la comunità europea, in particolare però con una forte intesa Francia-Germania-Italia, che ha sempre prodotto una cooperazione di successo. Questo è importante perché dobbiamo proteggere il nostro mercato interno per essere più competitivi con il resto del mondo e avere a mentre tre asset politici per la ripartenza: l’ambiente, l’immigrazione e la tutela delle imprese e dell’economia”.


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