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Arriva il sostegno di Hillary, Biden fa il pieno di endorsement

Anche Hillary Clinton è con Joe Biden, il candidato democratico alla Casa Bianca: ospite d’onore d’un evento online della campagna dell’ex vice-presidente di Barack Obama, la ex first lady, ex senatrice, ex segretario di Stato, ex candidata alla nomination nel 2008 e candidata alla presidenza nel 2016 ha detto che il voto di novembre è un “referendum sul futuro che vogliamo”.

Hillary, di cui a un certo punto s’era pure ipotizzata un’ennesima ‘discesa in campo’, ha aggiunto: “Sono contenta di essere qui con Joe oggi. Quello che Joe vuole e che la sua campagna rappresenta è un futuro più forte, migliore, in salute”.

L’endorsement di Hillary Clinton segue quelli di Obama e della speaker della Camera Nancy Pelosi, oltre che dell’ex vice-presidente di Bill Clinton, Al Gore. Proprio Bill Clinton e la ex first lady Michelle Obama potrebbero dichiarare il loro endorsement nei prossimi giorni.

Sono stati ufficializzati i risultati delle primarie in Ohio, svoltesi in sordina e interamente per posta, dopo che il governatore dello Stato Mike DeWine aveva posticipato, causa emergenza coronavirus, la consultazione in programma il 17 marzo (era stato il primo a farlo). Senza rivali, ha vinto Biden.

Ieri, il numero di vittime dell’epidemia negli Stati Uniti ha superato quello dei caduti in Vietnam, 58.220, secondo i computi ufficiali, in vent’anni di conflitto, tra il 1955 e il 1975: stando ai dati della Johns Hopkins University, i morti da virus sono oltre 58.300, con 2.200 deceduti martedì; invece, ì contagiati sono oltre un milione, più di 1.012.000.

A conferma della crescente coesione del partito democratico dietro il candidato Biden, alcuni ex consiglieri della campagna presidenziale di Bernie Sanders hanno lanciato, per sostenere l’ex vice di Obama, un ‘Super Pac’, ossia un comitato politico esterno. Biden ha già ricevuto l’endorsement di Sanders, dopo che il senatore aveva sospeso la sua corsa alla nomination.

L’obiettivo del nuovo ‘Super Pac’, chiamato ‘Un futuro in cui credere’, è di inserire nel programma di Biden elementi ‘sanderisti’ su alcune questioni chiavi, da un servizio sanitario nazionale gratuito per tutti alla cancellazione dei debiti degli studenti universitari, e di aumentarne la capacità d’attrazione tra i giovani, i latinos e altre fasce di elettori che gli preferivano Sanders.

A guidare il comitato c’è Jeff Weaver, a lungo stratega di Sanders, con Chuck Rocha, consigliere per gli ispanici, e Tim Tagaris, un protagonista delle campagne del senatore nel 2016 e nel 2020, con un ruolo cruciale nella raccolta fondi da parte di piccoli donatori.

Intanto, Biden e il presidente Donald Trump devono fare fronte a un remoto pericolo: il deputato del Michigan Justin Amash, eletto come repubblicano, ma poi divenuto indipendente e quindi ‘libertario’ – il primo a sedere nel Congresso degli Stati Uniti – ha annunciato la sua candidatura alla nomination del Partito libertario: “Siamo pronti – ha detto – per una presidenza che riporti rispetto per la nostra Costituzione e unisca gli americani. Sono contento e onorato di intraprendere questi primi passi per servire ogni americano da presidente”. Il Partito libertario presenta regolarmente un proprio candidato alla presidenza, ma non ha mai inciso sull’esito del voto finora.

Usa2020

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