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In Europa cominciano a volare i piatti. Il commento di Ocone

Certo, fa un po’ effetto vedere Giuseppe Conte e Romano Prodi, forse perché “scavalcati” da Mario Draghi, dire, o accennare, più o meno le cose che fino a un mese fa venivano contestate ai “sovranisti”. Cioè che l’Unione europea, così come è, non solo è destinata a fallire ma è anche un progetto che, oltre ad aver fatto già tanti danni al nostro Paese, rischia ora di affossarlo definitivamente.

Il fatto è che, come sempre accade nei momenti di fine di un regime, o di un matrimonio, anche in questo caso il velo di ipocrisia che portava i commensali a fingere di essere uniti mentre stavano a tavola sta cedendo clamorosamente. Dapprima la “gaffe” di Christine Lagarde, la presidente della Banca europea, che è arrivata a dire che fra i suoi compiti non c’è quello di tenere a bada lo spread dei Paesi membri; poi ieri la spregiudicata e improvvida dichiarazione della presidente della Commissione stessa, che ha derubricato l’idea dei “Coronabond” a semplice “slogan” e comunque non praticabile “legalmente”.

Una dichiarazione fatta nientemeno che alla Dpa, la maggiore agenzia di stampa tedesca. Quasi come se le “leggi” non sia l’Unione europea stessa che debba darsele, soprattutto in tempi di emergenza. E come se un presidente della Commissione possa pubblicamente sconfessare undici stati membri firmatari di una lettera che i “Coronabond” li richiedeva a gran forza. Si può abdicare in un solo colpo anche alla forma e smettere di sembrare (almeno) di essere super partes? . Quanto alla sostanza, beh quella è fin troppo evidente. Ursula von der Leyen non solo è stata voluta da Angela Merkel alla carica che ricopre, ma ha anche il compito di fare prima di tutto gli interessi della casa madre.

Ora, non siamo tanto ingenui da aver mai creduto che l’Unione fosse il “nobile progetto” di “menti illuminate” e non anche la palestra del gioco di potenza fra i Paesi più forti. Ciò che però fa specie è che questo gioco si sia ormai appalesato e che, fra i coniugi, comincino a volare i piatti. Cosa potrà succedere fra quindici giorni, quando una decisione la si dovrà pur prendere e quando la situazione economica si sarà probabilmente aggravata, non è dato sapere.

Stefania Craxi, in un’intervista a Daniele Capezzone stamattina su La Verità, arriva a dire che il rinvio di ogni decisione sia stato null’altro che “una messa in scena premeditata e ben orchestrata con tanto di regia”. L’obiettivo: costringerci alla resa e commissariarci. Quel che è certo, è che la Germania e i suoi Paesi satelliti non ci faranno sconti. E se la politica è prima di tutto realismo, non bisogna che prenderne atto e passare a un “piano b”. Ci sarà tempo per trarre i bilanci, in Italia e fuori.

Quel che occorre ora al nostro Paese è tenere duro, rinserrare le fila, fare appello al ritrovato senso patriottico e cominciare a salvaguardare fino in fondo l’interesse nazionale. Se mai ci fosse qualcuno che pensa di usare la sponda europea per costruire in patria le proprie fortune politiche, bisogna dirgli che gli italiani sarebbero inflessibili con chi dovesse provare a prenderli in giro.



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