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Altro che Cina o Russia, non dimentichiamo la Libia. Il richiamo di Perego (Fi)

Di Matteo Perego di Cremnago

Forse il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha deciso in totale autonomia che l’Italia non siede più nell’Alleanza Atlantica? È paradossale che in un momento di crisi sanitaria ed economica internazionale la preoccupazione dei parlamentari del M5S sia l’alleggerimento delle sanzioni da parte degli Stati Uniti verso un blocco intero di Paesi, dal Venezuela alla Nord Corea, tra l’altro con connotati geopolitici molto differenti tra loro.

Viene da chiedersi quale ragione li abbia spinti, oltre al principio della solidarietà e a un po’ di evidente superficialità. Credo che l’Italia non dovrebbe cedere a quelle che vengono definite strategie di “soft power” operate da Paesi come Cina e Russia nei confronti del nostro Paese.

I parlamentari promotori di questa iniziativa dovrebbero occuparsi, in primis il loro ministro degli Affari Esteri, più delle difficoltà evidenziate dal Commissario europeo Josef Borrell nel raggiungere un accordo tra i paesi dell’Unione Europea per attivare l’Operazione Irene per l’embargo di armi dirette in Libia, piuttosto che delle sanzioni imposte dagli USA altrove.

Credo che il poter disporre del dispositivo di assetti dell’Operazione Irene sia fondamentale per poter esercitare quella credibilità, sia europea che italiana, che consenta di svolgere all’Unione europea quel ruolo così faticosamente ricercato nella Conferenza di Berlino dello scorso 20 gennaio.

Il governo in un momento decisivo come quello che stiamo vivendo dovrebbe occuparsi degli interessi strategici della nazione e non di altro, la fuga in avanti dei suoi parlamentari in Commissione Affari Esteri è stata fuori luogo e rischiosa.



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