Il 25 giugno sarebbe dovuto essere il giorno in cui attivisti che si rifanno ad Anonymous avrebbe dovuto rivelare documenti militari rubati dalle reti nordcoreane. L’anniversario dello scoppio della guerra di Corea del 1950-1953 è stato invece il giorno degli attacchi a entrambi i Paesi a cavallo del 38esimo parallelo. Le informazioni sui militari comparse online riguardano invece soltanto i soldati Usa di stanza nella penisola.
Si tratta di dati sui militari della terza divisione di Marina, della 25esima divisione di fanteria e della prima divisone di cavalleria. In totale si tratta di informazioni su 7.500 militari, con nome, date di nascita, rango. File non più recenti del 2009, che non è chiaro se siano stati rubati oggi. Lo stesso vale per le informazioni sui militari sudcoreani e su funzionari governativi. A finire nel mirino degli attivisti sono stati inoltre i siti della presidenza della repubblica e del primo ministro, delle emittenti televisive, del partito conservatore al governo, sulle cui homepage sono comparse scritte inneggianti Kim Jong-un. Dai canali in cui solitamente rivendicano le loro azioni gli attivisti di Anonymous hanno smentito il proprio coinvolgimento.
La natura stessa del movimento, senza capi o portavoce rende però possibile che a condurre le azioni sia stato qualcuno che si richiama al gruppo. A seguire sono stati i siti nordcoreani a dare problemi, bersaglio probabilmente di una massiccio numero di richieste di collegamento che ha rallentato o intasato i sistemi, impedendo la connessione. A fine giornata sul canale Twitter del gruppo Anonymous sudcoreano è stata annunciata la riuscita dell’operazione. Mancano i tanto sbandierati documenti sui missili nordcoreani. “Arriveranno o li abbiamo persi?”, si chiede su Twitter Martyn Williams di North Korea Tech.