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La svolta verde di Obama

”L’innovazione è essenziale per un futuro di energia pulita”. Poche parole ma un messaggio significativo quello che Barack Obama affida a twitter. Il rilancio di una campagna sul clima e a favore dell’ambiente che non si è mai fermata, dalla campagna elettorale al discorso di insediamento fino all’intervento sullo stato dell’Unione. Tanto che, nonostante il video postato sull’account del presidente Usa racconti una realtà circoscritta quanto auspicabile (una classe di quarta elementare di Central park in cui i ragazzi mettono in piedi un sistema integrato di rinnovabili, fino a coinvolgere le proprie famiglie), la dice lunga sugli obiettivi verdi della Casa Bianca.

Il piano di Obama
Obama intende puntare alla realizzazione di un Piano per ridurre l’inquinamento e prepararsi all’impatto dei cambiamenti climatici, attraverso una serie di misure straordinarie per la tutela dell’ambiente. Gli Stati Uniti hanno posto come obiettivo a medio termine la riduzione dei gas serra del 17% rispetto ai livelli del 2005. E in questo Obama è l’unico Presidente ad aver dedicato buona parte del suo discorso di inaugurazione ai temi dei cambiamenti climatici. Su tutto una promessa: ”L’America avrebbe risposto alla crescente minaccia dei cambiamenti climatici per i nostri figli e le generazioni future”. Per il presidente Usa il percorso verso la riduzione dell’impatto dell’uomo sull’ambiente si ottiene con ”un’unica grande azione” da parte di tutti.
Un Piano del genere sarebbe per gli Stati Uniti oltre che un passo avanti verso una maggiore e ulteriore indipendenza energetica (cosa che grazie allo shale gas, cioè l’estrapolazione del gas imprigionato nelle rocce) sarebbe una bandiera da sventolare in campo internazionale per una nazione che non ha voluto sottostare ai vincoli del Protocollo di Kyoto sulle riduzioni di emissioni inquinanti. Soprattutto sarebbe un vanto da esporre nella vetrina della Convenzione quadro per i cambiamenti climatici dell’Onu, l’Unfccc (United Nations framework convention on climateri change).

Gli obiettivi
Sotto questo ombrello le posizioni sono piuttosto articolate ma l’obiettivo da raggiungere rimane quello di trovare un accordo legalmente vincolante entro il 2015 sull’abbattimento delle emissioni di gas serra. I negoziati, che dovrebbero portare a un testo condiviso dalla comunità, non riescono ad andare oltre un punto: senza una mediazione tra Usa e Cina infatti non si va da nessuna parte. E la posizione di Obama su questi temi potrebbe spingere verso un’ampliamento della piattaforma riuscendo a includere anche chi la pensa diversamente, come i Paesi emergenti (Cina in testa, Brasile, India, Sud Africa e Corea del sud) che chiedono di avere anche loro lo sviluppo avuto dai Paesi avanzati.

Le richieste degli ambientalisti
Il 17 febbraio di quest’anno la più grande manifestazione ambientalista della storia americana, davanti alla Casa Bianca e al monumento a Washington, chiedeva ad Obama di assumere, grazie ai poteri della sua carica, la leadership climatica per combattere il riscaldamento globale e arrivare ad un accordo per il taglio delle emissioni. Diversi studi (uno di questi è un sondaggio di ‘Public policy polling’) sostengono che il 65% degli statunitensi pensa che il cambiamento climatico sia un problema serio e il presidente degli Usa dovrebbe far valere la sua posizione per affrontarli.

La svolta verde
Ed che ecco che Obama non delude il suo ‘popolo’: la svolta ‘verde’ della Casa Bianca è tutta in un annuncio che lascia il segno e al quale non potrà non esserci un seguito. Rilancia la sua figura di ‘leader globale’ sul clima, come fece al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite il 22 settembre di quattro anni fa. Questa volta, parlando da un teatro a lui vicino, la Georgetown University di Washington, propone finalmente l’ambizioso Piano, molto concreto, per la riduzione delle emissioni inquinanti.
Al bivio climatico che il mondo impone, Obama sceglie in questo secondo mandato una direzione chiara e precisa. Gli obiettivi: entro il 2020 il 20% dell’energia elettrica consumata dal governo federale arriverà da fonti rinnovabili. Per acciuffare l’ambizioso target il presidente americano mette mano alle risorse: sono pronti 8 miliardi di dollari in garanzie sui prestiti per i progetti finalizzati a ridurre le emissioni da carbone e da altre materie prime fossili. In base ad alcune indiscrezioni Obama punterebbe a un taglio complessivo delle emissioni di circa 3 miliardi di tonnellate di metri cubi entro il 2030. Lo strumento principale è una maggiore efficienza energetica e attraverso il rilascio di permessi per progetti verdi sul suolo pubblico.
Le parole pesano questa volta: ‘’Gli Stati Uniti – annuncia Obama – vogliono essere il Paese leader globale nella lotta ai cambiamenti climatici. Non è né giusto, né sicuro che le centrali elettriche emettano quantità illimitate di anidride carbonica in atmosfera. Dobbiamo fermarle’’.

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