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Socialisti europei: una garanzia europea per la gioventu’

Una garanzia europea per la gioventu’, adesso! Ossia, 500 mila posti di lavoro nei prossimi tre anni: e’ questa la priorita’ europea e l’obiettivo dei socialisti, socialdemocratici e laburisti aderenti al Partito socialista europeo per dare una nuova speranza nei giovani.
Più consapevoli dei loro omologhi italiani, in particolare del Pd di Guglielmo Epifani, affetti da un alto tasso di provincialismo e da dubbi amletici sul socialismo, i dirigenti dei partiti membri del Pse hanno chiaro che “la sfida culturale e politica” con le forze conservatrici e liberali, oggi maggioritarie nel Parlamento europeo, non la si gioca se non nel contesto europeo!
Nell’Ue i disoccupati sono 26,5 milioni e, di questi, 5,7 milioni hanno meno di 25 anni. Nel 2012, il tasso di disoccupazione è cresciuto in non meno di 18 paesi: prima della crisi finanziaria, economica e sociale importata dagli Usa nel 2007, nessun paese aveva un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%: oggi in 12 dei 27 paesi più di un quarto dei giovani e’ senza un lavoro. Nello stesso periodo, gli Stati dell’Ue, a maggioranza conservatrice e liberale, hanno ‘bruciato’ 1.200 miliardi di euro, sotto forma di salvataggi, per stabilizzare il settore bancario e finanziario della zona euro, lasciando a sé crescita, occupazione e lotta alla disoccupazione giovanile. Solo grazie alla pressione di socialisti, socialdemocratici e laburisti europei si e’ arrivati a negoziare ‘un patto di crescita’ a giugno 2012: ma dei 1200 miliardi di euro stanziati solo una piccola parte e’ stata impiegata e poi a febbraio 2013 ‘un patto contro la disoccupazione giovanile’ ma i 6 miliardi circa di euro previsti risultano insufficienti fino al 2020.
Purtroppo a dettare legge e’ la politica di austerità, imposta dalle forze conservitrici e liberali che governano la Ue e l’Europa e’ in piena recessione: disoccupazione (26,5 milioni di unita’) e debito pubblico (500 miliardi di euro nel 2012), battono tutti i record, mentre ovunque s’intensificano populismi di destra ed estrema destra.
Harlem Désir, leader del Psf e Sigmar Gabriel, leader della Spd, hanno sottoscritto una dichiarazione comune per “un cambiamento” nella politica della Ue in direzione della “crescita e di “un patto” contro la disoccupazione giovanile. Quindi investimenti che possono portare ad “una riduzione del debito pubblico” con una crescita economica sostenibile: e’ indispensabile attuare in fretta “il patto di crescita europea” e per l’occupazione, con fondi attraenti e affidabili da render disponibili alle piccole e medie imprese. Poi, “una politica fiscale comune” al fine di prevenire l’evasione e il dumping fiscale per recuperare i 1.000 miliardi di euro che ogni anno in Europa sfuggono al fisco!
“Abbiamo bisogno di padroneggiare i mercati finanziari e la fiscalità – aggiungono Désir e Gabriel – per spezzare il circolo vizioso di fallimenti bancari e salvataggi nazionali. Va introdotta, senza indugi, la tassa sulle transazioni finanziarie”, la cui assenza e’ la causa principale della crisi. E’ sbagliata la ‘ricetta’ liberista alla crisi incentrata unilateralmente “su disciplina fiscale, liberalizzazione del mercato, deregolamentazione e privatizzazioni”. Insomma, “un cambiamento strategico” nella politica economica: investimenti nell’istruzione, nella cultura e nella formazione, nelle industrie del futuro, nelle energie rinnovabili e nuove tecnologie. Un patto di stabilità sociale contro le diseguaglianze economico-sociali e l’istituzione di un salario minimo sufficiente per vivere in tutti i paesi dell’Ue.


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