La commissione che organizza i dibattiti presidenziali ha cancellato quello del 15 ottobre, dopo che il presidente Donald Trump s’è opposto alla trasformazione del duello da in presenza a virtuale, definendolo “una perdita di tempo”. Il presidente, risultato positivo al coronavirus il 1° ottobre e che ancora non risulta essersi negativizzato, ha organizzato per questo pomeriggio alla Casa Bianca un evento in presenza: alle 14 ora locale, le 20 italiane, parlerà, probabilmente dal balcone, sul tema law and order, a centinaia di persone radunate nel South Lawn.
È il primo evento in presenza da quando Trump è risultato positivo e, secondo il New York Times, crea agitazione nello staff del presidente. Il timore è che l’appuntamento possa di per sé alimentare le critiche nei confronti dell’amministrazione per la gestione del virus e la sottovalutazione dei rischi.
L’evento cade a due settimane esatte da quello nel Rose Garden per la designazione della giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, quando si sarebbe acceso il focolaio alla Casa Bianca che ha contagiato almeno una quindicina di persone, fra cui il presidente e la first lady Melania Trump.
Contrariamente a quanto avvenne il 26 settembre, però, tutti i presenti oggi dovranno portare con sé la mascherina e dovranno indossarla nel complesso della Casa Bianca. Sempre secondo il New York Times, i partecipanti dovranno compilare un questionario sul coronavirus.
Trump, che voleva riprendere già oggi a viaggiare per comizi, ma che è stato dissuaso a farlo, terrà poi un comizio in Florida lunedì a Sanford e uno in Pennsylvania martedì a Johnstown. Su Twitter il magnate annuncia “grandi eventi”.
Negli Stati Uniti, l’epidemia non rallenta: la Johns Hopkins University contava, alla mezzanotte sulla East Coast, 7.663.000 contagi e oltre 213.750 decessi.
Botta e risposta sul dibattito cancellato
“È chiaro che non ci sarà alcun dibattito il 15 ottobre. La commissione concentra la sua attenzione sui preparativi per il dibattito presidenziale finale in calendario il 22 ottobre”, alla Belmont University di Nashville, in Tennessee, suddiviso in sei segmenti, ognuno di 15 minuti – un formato analogo a quello del primo dibattito il 29 settembre a Cleveland, in Ohio.
La comunicazione ufficiale della commissione organizzatrice lascia, quindi, intendere che non ci sarà questa volta un dibattito formato town hall, con le domande dei cittadini, come sarebbe stato quello del 22 a Miami, in Florida.
La campagna del candidato democratico Joe Biden commenta: “È vergognoso che Trump schivi l’unico dibattito in cui erano gli elettori a fare le domande. Ma non è una sorpresa. Tutti sanno che Trump è un bullo con i giornalisti, ma ovviamente non se la sente di rispondere agli elettori”. Biden, la sera del 22, sarà a Filadelfia per un dibattito coi cittadini stile town hall organizzato dalla Abc.
La campagna del magnate presidente rilancia sui tre dibattiti: “Non ci sono ragioni perché non ci siano tre dibattiti come originariamente concordato. Noi abbiamo proposto il 22 e il 29 ottobre. È ora che la commissione la smetta di proteggere Biden”, che ha già rifiutato l’idea d’un confronto non previsto e addizionale a quattro giorni dall’Election Day. Il team di Trump osserva che nulla vieta che i due candidati organizzino un dibattito “senza che la commissione interferisca”.
Trump elusivo sui suoi test con Mark Levin e Tucker Carlson
Il presidente è stato elusivo sui suoi test rispondendo al conduttore radiofonico Mark Levin, durante il suo show, e al giornalista della Fox News Tucker Carlson, nella prima intervista “in camera” dopo la positività al coronavirus. Trump ha detto di non conoscere i risultati del test più recente: “Sono stato nuovamente testato, ma non so i numeri o altro, so che sono alla fine libero”, dice Trump, che non esclude per oggi un altro test.
Il medico del presidente, Sean Conley, non ha ieri fornito aggiornamenti sulle condizioni di Trump e non è chiaro se il presidente sia negativo o meno.
Nelle interviste, Trump dice di sentirsi bene e che la first lady sta bene, nega di avere mai avuto problemi respiratori – i medici ne ammisero due crisi, il 2 ottobre, prima del ricovero, e poi durante il ricovero —, afferma di avere tollerato bene gli steroidi e di essere pronto a donare il plasma, ribadisce che “i veri sondaggi mi danno in vantaggio”, sostiene che l’entusiasmo degli elettori verso di lui è maggiore che nel 2016, critica la commissione dei dibattiti e Chris Wallace, il moderatore del primo confronto.
La Pelosi lancia iniziativa sul 25° emendamento
Sulla salute del magnate, la Casa Bianca non è mai stata trasparente e non lo è neppure ora. C’è chi pensa che i farmaci sperimentali somministrati al presidente possano condizionarne lo stato psico-fisico. La speaker della Camera Nancy Pelosi, sua “grande nemica”, vuole istituire una commissione che valuti se ci sono i presupposti per ricorrere al venticinquesimo emendamento della Costituzione statunitense, che prevede la rimozione di un presidente che non sia in grado di esercitare le proprie funzioni.
“La forma di Trump e la sua capacità di esercitare l’incarico devono essere valutate dalla scienza e dai fatti”. Lui fa dell’ironia: “Nancy vuole creare le condizioni per rimpiazzare quell’addormentato di Joe (Biden) con Kamala Harris”.
In effetti, l’iniziativa della Pelosi non andrà lontano: la Camera può anche istituire la commissione, ma il Senato, dove i repubblicani sono maggioranza, la bloccherà. E, comunque, nulla avverrà prima dell’Election Day. La mossa instilla però dubbi nell’opinione pubblica: gli americani stanno già votando. Secondo fonti di stampa, 6,6 milioni di elettori, dieci volte di più che nel 2016, hanno ormai imbucato la loro scheda.
Nella media dei sondaggi, il vantaggio di Biden su Trump s’avvicina ai 10 punti, 9,7 secondo il sito RealClearPolitics, 51,6 contro 41,9%, fra i 5 e i 7 punti negli Stati in bilico. Il presidente fa spallucce: “Fake news, andiamo bene”.
Il piano per rapire la governatrice del Michigan e altri sviluppi
La campagna è pure scossa dagli echi di un piano, sventato dall’Fbi, per rapire Gretchen Whitmer, governatrice democratica e pro-lockdown del Michigan, oggetto a maggio degli attacchi di Trump, contestata dagli anti-lockdown: 13 gli arrestati, militanti del movimento dei Boogaloo, scheggia della galassia dell’estrema destra. La Whitmer dice: “Ogni volta che Trump mi colpisce, cresce contro di me una retorica online violenta”. Biden, che l’aveva nella short list delle sue possibili vice, la sostiene: “Trump sta dando ossigeno all’intolleranza e all’odio che dobbiamo fermare… Quando la governatrice stava lavorando per proteggere il suo Stato da una pandemia letale, Trump lanciava l’appello ‘Liberate il Michigan!’… E qualcuno ha raccolto quell’appello”.
Il segretario di Stato Mike Pompeo e il segretario alla Giustizia William Barr danno risposte diverse alla delusione espressa nei loro confronti dal presidente Trump, di cui sono pedissequi esecutori degli ordini. Pompeo dice che le mail di Hillary Clinton, di cui si parla dal 2016, saranno pubblicate prima del 3 novembre: “Stiamo facendo il più rapidamente possibile”.
Invece, il rapporto del dipartimento della Giustizia sulle origini del Russiagate non sarà pronto prima del voto. Trump s’aspettava che il rapporto evidenziasse una serie di rivelazioni su abusi dell’amministrazione Obama e dell’intelligence. Il fatto che la pubblicazione slitti può significare che il rapporto non avalli le asserzioni del presidente.
Il mese scorso, la Casa Bianca bloccò disposizioni del Center for Disease Control and Prevention che richiedevano la mascherina su tutti i trasporti pubblici e commerciali negli Stati Uniti e pure nelle stazioni. Lo rivela il New York Times, notando che l’ordine delle autorità sanitarie sarebbe stato quello più stringente fin qui emanato a livello federale. La task force dell’amministrazione contro il coronavirus, guidata dal vicepresidente Mike Pence, non volle neanche discutere l’ipotesi, che pure aveva l’appoggio del segretario alla Sanità Alex M. Azar II.