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Un cielo di tensioni tra Taiwan e Cina

Aumenta la tensione tra Taiwan e Cina, così come le provocazioni di Pechino. L’aeronautica militare taiwanese ha intercettato il doppio di voli cinesi rispetto ai dati del 2019. Secondo l’agenzia Nova, il Parlamento e il ministero della Difesa di Taipei hanno verificato un aumento delle incursioni cinesi del 129%. “La Cina ha intensificato le pressioni militari sullo Stretto di Taiwan – ha riferito il ministero -, e allo stesso tempo sta testando la nostra risposta, aumentando la pressione sulle nostre difese aeree e riducendo il nostro spazio di attività. Il rapido sviluppo dell’esercito cinese è stato accompagnato da azioni militari mirate contro Taiwan”.

Per tre giorni consecutivi, da metà settembre, più aerei da guerra cinesi hanno varcato la linea mediata dello Stretto di Taiwan o sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea sud-occidentale di Taiwan, secondo i registri delle autorità taiwanesi, ma i piloti di Pechino hanno contestato l’accusa dicendo che non esiste la linea mediana che avrebbero superato. Formalmente, queste coordinate sono state rivelate da Taiwan in una sessione legislativa il 26 maggio 2004 dall’allora ministro della Difesa Lee Jye, ma la Cina non l’ha mai riconosciuto.

Joseph Wu, ministro degli Esteri di Taiwan, ha ribadito che “per molti anni, la linea mediana dello Stretto di Taiwan è servita come simbolo dello status quo per evitare conflitti militari attraverso lo Stretto e mantenere la pace e la stabilità. Tuttavia, la recente affermazione del ministero degli Esteri cinese distrugge lo status quo dello Stretto, proprio come la Cina ha distrutto il modello ‘Un paese, due sistemi’ a Hong Kong approvando una legge sulla sicurezza nazionale”. Il ministero degli Esteri taiwanese ha lanciato un appello al governo cinese per porre fine al suo espansionismo e di rispettare le norme internazionali, e ha chiesto alla comunità internazionale di condannare queste continue incursioni.

I media statali cinesi hanno diffuso immagini dell’esercito impegnato in esercitazioni di fronte allo Stretto di Taiwan. Le esercitazioni si sono svolte in contemporanea con una serie di manovre simultanee nei Mari Cinesi Settentrionale e Meridionale, nel Mar Giallo e nel Golfo di Bohai, e con il divieto di navigazione ai vascelli commerciali nelle acque interessate dalle esercitazioni.

Tuttavia, c’è ancora speranza. Il ministro della Difesa taiwanese, Yen De-fa, ha dichiarato che non ci sono segni che la Cina si stia preparando una vera e propria guerra: “I cinesi hanno continuato i loro atti di provocazione contro Taiwan, ma attualmente non ci sono segnali che dimostrino che siano pronti a lanciare una guerra su vasta scala. Un segno di un attacco imminente sarebbe se le truppe dalle parti interne della Cina iniziassero ad ammassarsi lungo la sua parte orientale, ma non ci sono indicazioni che ciò stia accadendo”.

Le capacità di Taiwan non sono in grado di competere con le forze armate di Pechino, ma il presidente di Tsai Ing-wen ha supervisionato un programma di modernizzazione militare per rendere l’isola più difficile di attaccare.


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