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“Le nuove costrizioni delle donne? Colpa delle mamme”

Non si può pensare alle donne d’oggi in astratto. Bisogna mettere in conto la lotta di tutte le donne che in passato si sono battute per i diritti che diamo per acquisiti. Ma abbiamo fatto onore di questo dono, andando più in avanti?
Per la scrittrice Camilla Baresani il passo non è stato regolare e sostenuto. “Abbiamo fatto passi avanti ma anche indietro. Cinicamente, rispetto a 20 anni fa, la situazione delle donne è migliorata. Ma dopo la Liberazione si sono aggiunte nuove costrizioni”, spiega l’autrice di “Un’estate fa” (Bompiani, 2010).
 
“Essere belle a tutti i costi, essere sexy e sempre con i tacchi. Siamo cadute in una trappola spaventosa, dell’apparenza e l’accentazione, nella quale si stanno infilando anche gli uomini. Quando sento dire che ‘il femminismo è morto’ mi chiedo il perché non si guarda la situazione attuale con più lucidità”, sostiene Baresani.
 
E come è messa l’Italia in questo quadro? “Non bene, anzi, direi male. Basta vedere la rappresentanza politica, istituzionale, i posti dove si prendono delle decisioni, e si capisce che le donne sono rimaste fuori. Anche in quanto a status sociale e lavoro, non ci sono le condizioni per l’inclusione”, ha detto la scrittrice.
 
Le responsabilità? Proprio delle donne. Baresani considera che gran parte della problematica parte dal ruolo delle donne, da come le donne crescono i propri figli, siano maschi o femmine.
 
Sulle quote rosa dice di essere sempre stata favorevole “ma sono pronta a cambiare. Non bastano le quote rosa, ci vuole un cambiamento nella figura della donna nell’immaginario”.


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