Raccolgono broccoli e cavoli dalle nove del mattino, ma Lena, Alex e Damien sono in vacanza. Loro sono dei “wwoofers”, degli aderenti al movimento mondiale del Wwoofing, il “worldwide opportunities on organic farms”.
Si tratta di una iniziativa nata negli anni 70 in Germania che coniuga il desiderio di viaggiare low cost con uno sviluppo eco-sostenibile dell’ambiente. In pratica in cambio di almeno 4 ore di lavoro al giorno nei campi si ottiene vitto e alloggio.
“Il vantaggio è che siamo con gente del posto che ci consiglia anche graziosi luoghi da vedere e questo è molto simpatico”, racconta Damien. Oltre a un vero e proprio scambio culturale c’è anche l’aspetto economico: 150 euro per 10 giorni di vacanza. La casa per gli ospiti è al centro del campo: è spartana ma ha tutto il necessario. Ai pasti ci pensa Nicolas in base a quello che la terra offre.
“C’è uno scambio, è vero – osserva Anne-Sophie – ma è anche un aiuto per il nostro lavoro, ce n’è un po’ per tutti, è pieno di risvolti positivi”. Con tutte le erbacce infestanti che ci sono in questa zona questi turisti sono più che apprezzati. Sarah e Nicole sono due amiche americane: “Volevamo scoprire la cultura ecologica francese, incontrare la gente vivendo e lavorando insieme, si apprende molto di più della cultura di un paese che andando in albergo dove si incontra gente di ogni dove e si parla ognuno la propria lingua madre”. E questo campo a Morbihan, in Bretagna, è solo un esempio: nella rete del woofing ci sono una cinquantina di paesi del mondo rappresentati, per viaggiare bio risparmiando.