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Israele e la diplomazia del vaccino. L’Italia come la Germania

Di Maio in Israel

Dopo l’impegno tedesco arriva quello italiano. Dosi del vaccino Oxford-Astrazeneca (prodotto dalla Irbm di Pomezia) saranno messe a disposizione anche di Israele. Uno strappo alla regola Ue. L’intesa nel corso della visita del ministro Di Maio, che ha visto anche il premier Netanyahu

Alcune settimane fa il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, assieme a quello della Sanità Jens Spahn, aveva promesso all’omologo israeliano Gabi Ashkenazi l’impegno della Germania per includere nell’accordo europeo sul futuro vaccino contro il coronavirus anche Israele, in virtù del rapporto speciale che legame i due Paesi dopo gli orrori dell’Olocausto.

La stessa promessa è stata fatta oggi dal ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, per la prima volta in Israele da quando il Momento 5 Stelle è al governo. “Ringrazio il governo italiano per aver accettato di inviare a Israele dosi di un vaccino per il coronavirus e spero che presto possa riprendere il turismo tra i nostri Paesi”, si legge in una dichiarazione del ministro Ashkenazi dopo l’incontro con l’omologo italiano. Si tratta di un’eccezione, visto che l’Unione europea ha deciso di dare massima priorità ai suoi Stati membri. Come fatto dal capo della diplomazia tedesca, anche Di Maio oggi, oltre ad aver visitato il memoriale della Shoah (a cui ha dedicato un post su Facebook), ha parlato di valori comuni e ribadito il forte impegno italiano alla lotta contro ogni forma di antisemitismo.

LA CORSA AL VACCINO

Dopo l’incontro tra i capi della diplomazia tedesca e israeliana a inizio ottobre, Shir Gidon, portavoce dell’ambasciata israeliana in Germania, aveva dichiarato al giornale israeliano Globes: “La Germania vede Israele come parte dell’Europa in termini di fornitura del vaccino e quindi sarà possibile inviare il vaccino per l’utilizzo in Israele non appena verrà approvato”. Fonti israeliane spiegano a Formiche.net che il vaccino in questione, che anche Israele potrà acquistare, è quello sviluppato dall’università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca, le cui dosi saranno prodotte in Italia dalla Irbm di Pomezia e sul quale negli ultimi giorni si sono registrati sviluppi che fanno ben sperare. “Come con il ministero degli Esteri tedesco, anche l’Italia ha accettato di inviare dosi del vaccino a Israele nonostante non sia uno Stato membro dell’Unione europea”, sottolineano le stesse fonti.

Intervistato dall’Ansa, l’ambasciatore israeliano a Roma Dror Eydar ha spiegato che la collaborazione sanitaria tra i due Paesi “è stretta”, a partire dalla recente firma del memorandum of understanding tra l’Istituto di Biologia di Ness Ziona (dove si lavora a un vaccino israeliano) e il Careggi Medical Center di Firenze.

GLI ALTRI TEMI DELLA VISITA

Non solo vaccino nell’agenda di Di Maio che, come anticipato ieri da Formiche.net, ha incontrato anche il primo ministro Benjamin Netanyahu (interessato a capire il Movimento 5 Stelle, anche tenendo conto che non sempre dai pentastellati sono giunte posizioni apprezzabili per Israele) e il capo dello Stato Reuven Rivlin. L’incontro in mattinata tra il ministro Di Maio e l’omologo israeliano si è concluso con la firma per il rinnovo dell’accordo di collaborazione nei settori dell’istruzione, della scienza, della cultura e dello sport. Un’intesa inizialmente firmata nel 1973 che è alla base della lunga collaborazione tra i due Paesi in diversi ambiti, tra cui le coproduzioni cinematografiche, la ricerca congiunta e l’educazione per il ricordo della Shoah.

I due hanno parlato anche della situazione in Siria e in Libia (il capo della diplomazia israeliana ha rinnovato la richiesta all’Italia di dichiarare il movimento sciita libanese Hezbollah un’organizzazione terroristica ma ha anche ringraziato il governo italiano per la sicurezza nell’area tramite la missione Unifil). Il ministro Di Maio ha auspicato che gli Accordi di Abramo forniscano una “nuova spinta” al rilancio del processo di pace, con il riavvio dei negoziati diretti e la prospettiva della creazione di due Stati. Gli Accordi “daranno un contributo enorme alla pace e alla stabilità e spero nell’avvio di discussioni dirette con i palestinesi”, ha dichiarato Ashkenazi rammaricandosi per il “rifiuto da parte della leadership palestinese”. E rivolgendosi alla leadership di Ramallah, ha invitato ad avviare negoziati diretti “senza precondizioni” e ha preventivamente ringraziato il ministro Di Maio se durante gli incontri di domani con i vertici palestinesi “potrà usare la sua influenza e parlare a Ramallah per promuovere questo fine”. Altri temi centrali del viaggio di Di Maio sono l’energia e l’innovazione: nell’ambito della visita di Stato, Snam ha annunciato l’ingresso nel mercato israeliano con la firma di accordi con tre aziende locali nella mobilità sostenibile a gas naturale liquefatto e nell’idrogeno. L’Osservatorio tecnologico Adler Inlight, come spiegato da Agenzia Nova, ha firmato due accordi (uno tra Adler Plastic, leader mondiale nel settore automotive, e la startup israeliana Sonovia Tech; l’altro tra l’italiana Biesse e l’israeliana Massivit che include, tra le altre cose, lo sviluppo di stampanti 3D per il settore dell’arredo di interni).



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