Nel suo intervento agli Stati Generali del Movimento 5 Stelle il presidente della Camera e esponente di lunga data Roberto Fico mette nero su bianco la necessità di una svolta di maturità, che vada da una maggiore autonomia da Rousseau, passando per un capo politico collegiale fino all’apertura verso le altre forze politiche. Ecco il suo intervento completo
Ciao a tutti. Vi leggo le mie considerazioni perché le cose da dire sono tante e il tempo poco. Siamo finalmente arrivati a questo momento di confronto. Ringrazio tutti quelli che ci hanno lavorato, a partire da Vito Crimi. Si parla molto di ritorno alle origini, ma secondo me è un po’ ipocrita ridurre a questo la riflessione sulle criticità di un Movimento, cresciuto tanto e molto in fretta.
Siamo entrati nelle istituzioni e abbiamo vissuto le contraddizioni del passaggio dalle piazze ai palazzi, da opposizione a forza di governo. Riconoscerlo non significa rinnegare le origini, ma evolvere tenendo fede all’essenza del progetto. Una comunità che si pone dubbi e cerca sintesi ha un futuro davanti a sé. Se vive di slogan e dogmi, è statica e resta nel passato.
Non ho mai nascosto le mie perplessità su alcune derive del Movimento. Un certo modo di fare comunicazione, la rincorsa del consenso a discapito della costruzione, il cadere in dinamiche che volevamo rivoluzionare. Ma ho cercato sempre di dare il mio contributo per costruire, non per rompere, con onestà e riconoscendo gli errori fatti.
I contrasti all’interno di qualsiasi gruppo sono inevitabili, anzi, ben vengano. Ma chi ha usato strategie tipiche della vecchia politica, che non hanno nulla a che vedere con l’ortodossia, non può invocare oggi la mancanza di coerenza e la purezza. Cordate, correnti, strategie acchiappalike e personalismi sono diffusi. Anche in questi giorni, la sfida muscolare sul contarsi non ha nulla a che vedere col Movimento delle origini. Siamo cambiati ma non ci sono persone più pure di altre.
Da quando abbiamo messo piede nelle istituzioni il nostro impegno è stato incessante. Abbiamo raggiunto risultati impensabili, e siamo al lavoro su provvedimenti importantissimi. Ma dobbiamo realizzarli ora, non domani. Grazie a noi l’Italia ha il reddito di cittadinanza che in questo periodo così difficile ha sostenuto chi è in condizioni di maggiore fragilità. È da migliorare, facciamolo, senza paura di riconoscere i difetti nell’applicazione. C’è stato lo Spazzacorrotti, l’Ecobonus, la riforma costituzionale, il taglio dei vitalizi.
Proprio sul tema dei costi della politica, che a volte viene usato come arma interna, voglio sottolineare che non abbiamo bisogno di lezioni, restituiamo e rinunciamo tutti a centinaia di migliaia di euro e ormai questa cultura si diffonde nelle istituzioni. Guardiamo quanto fatto ancora alla Camera: le più alte restituzioni di sempre, il taglio delle pensioni d’oro, un bilancio che i cittadini possono consultare facilmente.
Inoltre qualsiasi discorso noi mettiamo in campo oggi deve tenere conto del momento terribile che il mondo sta vivendo. C’è un prima e un dopo lo scoppio della pandemia. L’emergenza ha messo a nudo fragilità del nostro sistema ed evidenziato che pilastri della nostra comunità come la sanità pubblica, la scuola, la ricerca, vanno tutelati e valorizzati. Dobbiamo dare risposte veloci ed efficaci, e allo stesso tempo non perdere la capacità di visione di un futuro all’insegna della sostenibilità: ambientale, economica, sociale.
L’Italia può e deve essere protagonista di questo percorso, insieme all’Europa, che è la nostra casa. All’Europa per anni abbiamo chiesto di ascoltare di più i popoli, e in questo momento di crisi non ci ha fatto mancare il suo sostegno. Ma dobbiamo lavorare per un’Europa sempre più solidale, leader della rivoluzione green e ancora più autorevole a livello globale, capace di parlare con una voce sola in politica estera, e presente con un seggio unico nel Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il Movimento ha la responsabilità di gestire questa fase delicatissima e serve essere coesi per affrontare sfide davvero epocali. Deve restare una forza autonoma con il proprio programma e la propria linea. Mai subalterna. Questo però non vuol dire essere autosufficienti. Dobbiamo fare rete con altre forze politiche dove c’è possibilità di convergenza. Serve proseguire il confronto con il centrosinistra con cui siamo al governo e condividiamo un’agenda da portare avanti, anche a livello amministrativo, dove sarà possibile.
Dobbiamo cambiare l’organizzazione per adattarla a quello che siamo ora. Il capo politico deve essere un organo collegiale nazionale che rappresenti tutti e faccia sintesi. Lo stesso a livello territoriale, superando il Team del Futuro.
Gli strumenti di cui il Movimento si avvale devono essere DEL Movimento. Ciò significa una responsabilità in più ma anche maggiore autodeterminazione. Devono fornire supporto concreto, senza imprigionarsi in schemi rigidi, sennò diventiamo un po’ la caricatura di noi stessi.
La nostra capacità di incidere e innovare dipende solo da noi. Possiamo restare avanguardia se sapremo davvero guardare avanti, con il coraggio di cambiare le cose, l’umiltà di ascoltarci l’un l’altro e la voglia di essere squadra.