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Usa, la guerra dei presidenti. Così Trump frena Biden

Non riconosce di aver perso le elezioni, e frena la collaborazione degli apparati con il vincitore. Donald Trump rallenta la marcia di Joe Biden verso la Casa Bianca. Da Fauci agli 007, tutti i bastoni fra le ruote. Il punto di Giampiero Gramaglia

Se non tutte le ciambelle vengono col buco, pure i tweet talora nascono male. Per tutta la domenica, Donald Trump ha dovuto ‘rincorrere’ un suo cinguettio in cui sembrava ammettere di avere perso, sia pure “perché le elezioni sono state truccate”. Prima ha precisato che Joe Biden “ha vinto solo agli occhi dei media fake news”: “Io non concedo nulla! Sono state elezioni truccate!”. Poi ha alzato il tiro e ha lasciato presagire un ricorso alla Corte Suprema, parlando di “incostituzionalità” del voto oltre che di brogli. E Twitter ha di nuovo messo in guardia i suoi utenti: “Queste affermazioni sono controverse”.

Ferma la replica alla Nbc di Ron Klain, capo dello staff del presidente eletto: “I tweet di Trump non rendono Biden presidente o meno. E’ il popolo americano che lo ha reso presidente”. Klain chiede che in settimana si avvii il processo di transizione, che il magnate tiene finora bloccato.

La campagna di Trump ha intanto ridotto numero e portata delle cause per brogli in Pennsylvania, cercando di ovviare alle debolezze delle istanze finora tutte respinte dai giudici. Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump che guida l’offensiva legale contro il risultato elettorale, conferma, però, l’intenzione di proseguire la sfida nei tribunali e mette nel mirino Dominion, la società che fornisce il sistema di voto a oltre 30 Stati Usa e che avrebbe sottratto – non è chiaro come – centinaia di migliaia di preferenze al presidente.

“È una società della sinistra radicale”, ha sostenuto Giuliani in una intervista alla Fox, rilanciando infondate teorie cospirative secondo cui Dominion è legata alla Fondazione Clinton e Smartmatic, un’azienda che produce le macchine per tabulare i voti, è controllata dal filantropo George Soros.

L’emergenza nell’Unione resta l’epidemia di coronavirus, che ha ieri superato gli 11 milioni di casi. Secondo la John’s Hopinks University, alla mezanotte sulla East Coast i contagi erano quasi 11.036.00 e i decessi superavano i 246.200. La crescita di un milione di casi non era mai stata così veloce, secondo la Cnn.

Il virologo Anthony Fauci, membro della task force della Casa Bianca contro il Covid, ha auspicato, in una intervista alla Cnn, l’inizio della cooperazione con il team anti-Covid Biden. “Sarebbe meglio se potessimo cominciare a lavorare con loro”, ha detto.

Esce, intanto, ‘A promised Land’, libro di memorie di Barack Obama, impegnato in una serie d’interviste di lancio. Sulla Cbs, l’ex presidente ha escluso l’ipotesi di entrare nell’Amministrazione di Biden: “Michelle mi lascerebbe”, ha spiegato, tra il serio e il faceto. Alla domanda su come darà una mano al suo ex vice, Obama ha risposto: “Joe non ha bisogno dei miei consigli, ma lo aiuterò in tutti i modi possibili”.

Alla Bbc, Obama ha detto che “Sarà necessaria più di una elezione per sanare le divisioni” nell’Unione, alimentate da Trump “per i suoi scopi politici”: la vittoria di Biden sarà solo “l’inizio per sanare le divisioni” e cancellare una cultura di “pazze teorie cospirative”.

Trump ha intanto postato un dettagliato articolo del New York Post, secondo cui “le dichiarazioni fiscali di Biden rivelano che la sua fondazione di beneficenza contro il cancro ha speso milioni in stipendi e zero in ricerca”. La ricerca è uno degli obiettivi della missione della fondazione, secondo i documenti consegnati dalla stessa all’erario.

 


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