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Next Generation Eu, le sfide di Terna raccontate da Valentina Bosetti

Ecco cosa ha detto Valentina Bosetti, presidente di Terna, intervenuta ieri al web talk organizzato da Task Force Italia, “Rilanciare il potenziale dell’Italia” intervistata da Valerio De Luca. Tra i partecipanti, moderati da Alessandro Grandinetti, Jean-Paul Fitoussi, Valentina Canalini, Gianluca Brancadoro, Gianmarco Montanari e Dina Ravera

“La sostenibilità non deve essere pensata come un lascito costante di capitale per le prossime generazioni ma come un’eredità che permetta alle generazioni future un benessere almeno pari al nostro ma qualitativamente diverso. La visione deve essere quella di costruire per investire in un capitale di qualità elevatissima, un capitale digitalizzato”, ha detto Valentina Bosetti, presidente di Terna intervenendo ieri al web talk organizzato da Task Force Italia, dal titolo “Rilanciare il potenziale dell’Italia” intervistata da Valerio De Luca. Tra i partecipanti, moderati da Alessandro Grandinetti, Jean-Paul Fitoussi, Valentina Canalini, Gianluca Brancadoro, Gianmarco Montanari e Dina Ravera.

Il Piano industriale 2021-2025 di Terna, approvato lo scorso 19 novembre punta a confermare e rafforzare il ruolo centrale di Terna quale regista e abilitatore del sistema energetico e della transizione energetica italiana. La base del Piano sono gli investimenti sostenibili nella rete di trasmissione nazionale, finalizzati all’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all’incremento di sicurezza e resilienza del sistema. L’obiettivo è quello di permettere al nostro paese di raggiungere gli obiettivi del Green new deal europeo e del Piano nazionale integrato Energia e clima.

DUE GRANDI DRIVER DEL PIANO INDUSTRIALE: DECARBONIZZAZIONE E RESILIENZA

“Si parte dalla missione originaria di Terna – ha sottolineato Bosetti – che è quella di garantire a tutti l’uso estensivo dell’energia elettrica, se si aggiunge a questa la necessità di decarbonizzazione del Paese diventa inevitabile risolvere le congestioni di rete e potenziare le dorsali indispensabili al trasporto dell’energia dai luoghi di produzione a quelli di consumo”. Un traguardo che sarà possibile ottenere anche grazie al rafforzamento dei collegamenti Nord-Sud e con le isole e delle interconnessioni internazionali, non solo europee.

Un altro tema fondamentale è quello della resilienza: “Non dobbiamo solo ridurre le emissioni, ma siccome le emissioni fatte fino ad oggi comporteranno un cambiamento climatico, i fenomeni più rilevanti che dovremo affrontare in Italia sono dei fenomeni metereologici estremi, che mettono in crisi la rete. Il primo passo importante è stato quello di classificare le infrastrutture esistenti di Terna potenzialmente a rischio con il cambiamento climatico e vederne l’aumento di frequenza al fine di ammodernarle o intervenire per renderle resilienti a questi eventi estremi”.

BILANCIAMENTO DELLA CAPACITÀ TERMICA E SFIDE FUTURE

Il bilanciamento delle capacità termiche, ha spiegato Bosetti, passa da due tipi di intermittenza: una di breve periodo, cioè giornaliera e una stagionale che si presenta prevalentemente nel periodo invernale con l’alta pressione e le giornate più brevi. Per gestire queste situazioni di criticità l’operatore di trasmissione energetica ha un ruolo centrale che può intervenire attraverso sistemi idrici o anche batterie per la problematica di breve periodo mentre per la criticità stagionale sarebbe opportuno e necessario un “sistema europeo più integrato e connesso” che potrebbe avere un ruolo fondamentale nella gestione di queste intermittenze.

Un altro problema fondamentale – ha rilevato – è quello dell’osservabilità. Infatti, con l’aumento della produzione basata sulle energie rinnovabili diventerà sempre più necessario garantire un corretto flusso di informazioni che Terna dovrà saper gestire.

AUTORIZZAZIONI PER LE NUOVE OPERE E NECESSITÀ DI SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA

“Per autorizzare nuove opere i tempi spesso superano i cinque anni dall’inizio del progetto, quindi i tempi sono davvero lunghi. Un contributo importante per questo è stato il recente Decreto legge cd. Decreto semplificazioni che mirava proprio a semplificare e ridurre questi tempi” ha spiegato Bosetti. “Il Piano di Terna funziona ed è stato costruito tenendo conto di tutti i possibili ritardi, è ovvio che soprattutto davanti all’Europa e ai progetti importanti che dovranno essere sviluppati nei prossimi anni all’interno del Next Generation Eu, la riduzione dei tempi di autorizzazione diventa sostanziale”.

STAKEHOLDER E TERRITORI

Terna ha sempre lavorato in un clima di forte collaborazione con il territorio e le comunità locali, anche per la necessità, durante la costruzione di infrastrutture, di compiere valutazioni di impatto ambientale ma anche paesaggistico. Un passo importante potrebbe essere quello di utilizzare l’expertise che Terna ha per valutare le difficoltà in questo campo.

Ad esempio, nella gestione delle infrastrutture, è molto importante l’utilizzo dei droni – ha rilevato. In Italia una norma prevede che i droni debbano essere fatti volare a vista, se questa norma venisse modificata si potrebbe rivedere la loro utilità.

NEXT GENERATION EU

I temi principali del Next Generation Eu sono la digitalizzazione e il Green new deal, ed è esattamente il focus su cui si base il Piano industriale di Terna. “Gli investimenti legati alle infrastrutture elettriche vengono considerati come pienamente green, quindi si potrebbe prendere qualsiasi progetto all’interno del Piano industriale e pensarlo come un progetto spendibile dentro Next Generation Eu”, ha detto Bosetti. “Terna – ha aggiunto – non ha di per sé la necessità di accedere al Recovery Fund però tutti quei progetti che persegue come interconnessioni tra paesi confinanti, progetti che rendono possibile un’idea di Europa unita con l’Italia come hub con un ruolo centrale nello scambio di energia sono tutti progetti che avranno un ruolo in Next Generation Eu”.

IL FUTURO DELLE AUTO ELETTRICHE

La presidente di Terna ha sottolineato la necessità dell’idea di network nell’ambito delle macchine elettriche: delle macchine condivise quindi sempre connesse a centraline e più facili da gestire. Il parco di auto elettriche potrebbe avere un ruolo potenziale diverso in futuro, perché quando ci saranno tante auto elettriche, durante la notte o mentre le persone sono in ufficio, queste potrebbero funzionare come una sorta di batteria. Ci sono stati diversi studi per vedere come questo può funzionare, le cabine in cui si possono caricare auto elettriche non hanno ancora questa funzionalità, però le prossime macchine elettriche del futuro potrebbero averla. Potrebbe essere un punto di partenza, una città che condivide i sistemi di trasporto e quindi li utilizza o fornisce come una batteria diffusa. Il problema di questo tipo di progetto è quello dei dati, sia per quanto riguarda gli algoritmi gestionali sia per un eventuale attacco di hacker che potrebbe mandare il sistema in tilt. “Tutte le grandi imprese si trovano di fronte alla necessità di difendere i propri dati, il sistema di sicurezza nazionale deve essere all’altezza di questa sfida”.

CAPITALE UMANO E SOSTENIBILITÀ

Sottolineando l’importanza di investire per il futuro delle generazioni a venire in un capitale digitalizzato, Valentina Bosetti, ha voluto ribadire anche l’importanza di quello che Jean-Paul Fitoussi, professore di economia Sciences-po e Luiss, chiama il capitale umano. “La parte di investimento nel capitale umano è fondamentale, può essere stato vissuto fino ad un certo punto come un costo per alcuni capitani d’impresa non tanto visionari, però la mia esperienza è completamente diversa. Ho trovato in Terna un’azienda che nutre il proprio capitale umano e lo fa crescere”.



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