Anna Maria Cancellieri non si scusa ma, se possibile, rincara la dose. I fuorionda sono gli scivoloni più ricorrenti su cui cadono i politici, che poi immancabilmente ritrattano. Ma lei no. Il ministro della Giustizia è stato “beccato” sabato in un convegno dai microfoni di SkyTg24 mentre, prima di confrontarsi con avvocati e sindaci che manifestavano contro la riorganizzazione dei tribunali, diceva: “Li vado ad incontrare così me li levo dai piedi”.
Una frase poco istituzionale che ha scatenato un putiferio. La rete si divide. Tante le reazioni di stizza da parte di avvocati e simpatizzanti della categoria. Ma sono in molti invece a sottolineare le “parole sante” del ministro e a dire “ora basta con il corporativismo”.
Chi si arrabbia
“Si scusi”, ha chiesto l’ordine degli avvocati di Napoli a cui si unisce sul web un corposo coro di “vergogna”. Nessun passo indietro però da parte del ministro che ha replicato oggi in un convegno di Confindustria definendo “una grave gazzarra” la protesta degli avvocati partenopei e accusando le “grandi lobby che impediscono che il Paese diventi normale”.
Ma, assicura, “noi andiamo avanti” anche se “quando vai a toccare un singolo caso – aggiunge – scatta un meccanismo di lobby e di campanilismi”. Bisogna ricordare tra l’altro che Cancellieri era ministro dell’Interno del governo Monti e ha combattuto in prima fila per attuare quelle liberalizzazioni tanto osteggiate dalle varie categorie interessate.
Chi sta con il ministro
Ma c’è chi non si sdegna. Sul web molte frasi sono di stima per la Cancellieri e di accusa contro le rendite di posizione di alcuni ordini come appunto quelli degli avvocati: “Non so perché ma tra gli avvocati e la #Cancellieri tendo a dare la ragione al ministro”, scrive il giornalista di Rai Radio 1 Giancarlo Loquenzi su Twitter. E “Come me piace nonna Pina #Cancellieri” è il commento di un lettiano di stretta osservanza come Riccardo Capecchi. “Ministro, siamo con te”, è il commento che prevale sull’articolo dedicato all’argomento su Repubblica.it.
Così, è legittimo domandarsi se sia davvero la Cancellieri ad avere torto in questa storia.
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