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Banche Usa, l’ok della Fed a Basilea III e i dubbi sulle nuove regole

Ripresesi ormai dalla crisi che le ha travolte nel 2007, nuove regole sono in arrivo per le banche Usa. Il Board della Federal Reserve ha approvato infatti all’unanimità la normativa di Basilea 3 sugli standard patrimoniali bancari. Arriva così il via libera al pacchetto normativo finale sul sistema con cui gli Usa intendono rispettare gli impegni di Basilea 3 che fissa requisiti patrimoniali più elevati per evitare che in situazioni di stress possano ripetersi crac finanziari come avvenuto con Lehman.

La solidità del sistema

Il testo finale varato dagli Usa prevede norme più severe e requisiti di capitale più stringenti per le grandi banche, mentre per gli istituti più piccoli la regolamentazione sarà più “morbida”. “Con queste revisioni alla normativa sui capitali, le banche potranno far fronte meglio a periodi di stress finanziari, contribuendo così alla solidità dell’intera economia degli Usa” ha spiegato il presidente della Fed Ben Bernanke, riferisce Bloomberg, sottolineando che il documento finale rispetta gli impegni di Basilea 3.

I requisiti nel dettaglio

In base al testo finale della normativa, tutte le banche dovranno mantenere un coefficiente patrimoniale Tier 1 del 6% e un coefficiente patrimoniale complessivo dell’8% in base alla valutazione del rischio di credito sul quale ponderare gli asset. Tuttavia per le banche più piccole il processo di adeguamento sarà più lungo e l’implementazione scatterà a gennaio del 2015, mentre per le banche maggiori il termine è fissato al primo gennaio 2014. E sempre per gli istituti più grandi, inoltre, è previsto un coefficiente addizionale del 3% per l’esposizione su prodotti particolari come i derivati.

Le autorità che dovranno approvare Basilea III

Come riporta Reuters, altre due autorità bancarie, l’Office of the Comptroller of the Currency e il Federal Deposit Insurance Company, dovranno approvare le regole. Super critico di Basilea III il numero due del Fdic, Tom Hoenig, secondo cui le nuove regole faranno sembrare gli istituti ben capitalizzati anche in situazioni di crisi. Le regole sarebbero errate perché permetterebbero l’uso di criteri complicati per la misurazione dei crediti a rischio.


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