“E´ finita l´epoca dell´unilateralismo. Non è soltanto una questione di appartenenza ad alleanze politiche. A fronte dei problemi globali individuati nella Relazione, occorreranno soluzioni globali”. Così Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali, commenta il rapporto annuale del Dis, sottolineando l’approccio globale all’analisi delle minacce, e dunque delle risposte.
Da questo punto di vista, sottolinea l’analista, la Relazione fotografa bene una realtà mondiale multilaterale, gestita di fatto tramite relazioni bilaterali, in cui “le grandi organizzazioni sono ormai tutte decentralizzate ed interconnesse”. Il terrorismo fai da te è una minaccia emergente, dovuta al fatto che le strutture terroristiche non hanno più una centralità decisionale, specie in Europa. In questo senso, è vero che “la Rete è diventata l’Agorà globale all’interno della quale queste realtà si confrontano”.
Un’evoluzione che rafforza il cambiamento di paradigma della geopolitica, che non può più accontentarsi di descrivere i conflitti statali classici. Ma è diventata ancora più forte la minaccia anarco-insurrezionalista perché la crisi economica globale dà forza a queste realtà, creando al tempo stesso “malcontento” e dando un “falso riscontro alle tesi anarchiche”: la superficiale sensazione che gli Stati siano falliti e le banche siano le forze dominanti della vita pubblica. A fronte poi della migrazione di massa, che sarà legata essenzialmente alla contesa per le risorse scarse, se l’Occidente non creerà condizioni di “costruzione e cooperazione vera” per i Paesi del Sud del mondo, “siamo destinati a vedere radicalmente cambiato il volto delle nostre società”.
