Per il premier britannico è “molto, molto probabile” che saranno in grado di fare esattamente quello che vogliono dal 1° gennaio. Ma Bruxelles invita i Paesi membri a non negoziare accordi individuali. La deadline di domenica per raggiungere un’intesa comune
Sebbene il tempo stringa, è ancora stallo sull’accordo tra l’Unione europea e il Regno Unito per la Brexit. Per il premier britannico, Boris Johnson, è molto probabile che il divorzio avvenga senza un’intensa sull’accordo commerciale.
“Sembra molto, molto probabile che dovremo trovare una soluzione che penso sarà meravigliosa per il Regno Unito – ha dichiarato il primo ministro in conferenza stampa -. Saremo in grado di fare esattamente quello che vogliamo dal 1° gennaio. Ovviamente sarà diverso da quello che ci eravamo proposti di ottenere. Se c’è una grande offerta, un grande cambiamento in quello che (l’Ue, ndr) ha proposto finora, allora potremmo ancora raggiungere un accordo”.
L’ennesimo momento di stallo arriva dopo che Johnson e il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sono usciti dalla cena senza un risultato concreto. I due leader hanno concesso ai negoziatori una proroga, che scadrà domani, per sbloccare i termini dell’accordo commerciale dopo l’uscita del Regno Unito dall’Europa, per scongiurare un “no deal” che diventerebbe effettivo a partire dal 1° gennaio.
Intanto, da Bruxelles sarebbe partito un invito agli Stati membri di astenersi dallo stipulare accordi commerciali individuali post-Brexit con i britannici nel 2021. Secondo il quotidiano Financial Times, non ci sono garanzie che il Regno Unito si sederà ancora a negoziare, per cui dilaga il pessimismo sul raggiungimento di un accordo.
Dopo la cena con Von der Leyen, Johnson ha responsabilizzato l’Europa per avere ostacolato i negoziati. “Significa che dobbiamo trovare nuove leggi che loro approvano – ha detto il premier -. È come se fossimo gemelli e se l’Ue decide un taglio di capelli, il Regno Unito deve fare lo stesso taglio o affrontare una penalizzazione. Questo è un modo di volere chiuderci nella loro orbita di regole”.