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Anche in Germania lockdown “duro”. Mentre in Italia…

Il governo e le regioni, al di là del colore politico, hanno saputo cooperare e trovare un percorso comune per fronteggiare questa crisi sociale ed economica, oltre che sanitaria

La crisi prodotta dalla pandemia da Covid-19 ha colpito tutti i paesi del mondo, in modi ed intensità differenti. La Germania fino ad oggi è stato il paese europeo che meglio di tutti ha saputo gestire in modo molto efficace gli effetti della diffusione del virus.

Questo grazie ad un sistema ospedaliero molto ben organizzato e fornito delle strutture necessarie per fronteggiare casi particolarmenti gravi, così come per l’impatto che il virus ha avuto su determinate fasce d’età. In modo più approfondito ne ho scritto qualche mese per neodemos.it  .

Nonostante ciò, e gli sforzi compiuti, i casi sono tornati ad aumentare in modo esponenziale anche qua in Germania. Per questo movito la cancelliera Angela Merkel, dopo la conferenza con i presidente delle regioni, ha comunicato questa mattina l’inasprimento delle misure e il passaggio ad un lockdown più duro.

Asili e scuole di ogni ordine e grado saranno chiuse a partire da mercoledì prossimo (in alcune regioni già a partire da lunedì 10.12) fino al 10 gennaio. Vietate feste in pubblico e privato per le festività di San Silvestro e divieto di vendita di fuochi d’artificio. Per le festività di Natale saranno consentiti incontri per nuclei familiari ristretti. Le funzioni religiose saranno limitate. Negozi e attività resteranno chiuse, i supermercarti continueranno ad offrire i servizi di sempre. In vigore, ovviamente, tutte le norme igieniche previste e applicate già a partire da marzo 2020.

Il governo tedesco stima in 11 miliardi il costo del periodo di lockdown. La Germania ha dato un ampio sostegno economico alle imprese fin da inizio pandemia. I servizi sociali hanno erogato sussidi e molte imprese hanno dovuto far ricorso alla cassa integrazione.

Questi interventi dovranno servire a ridurre in modo consistente la curva dei contagi, che ha ricominciato a salire a inizio novembre, dopo i mesi estivi in cui il virus era diventato, evidentamente, meno aggressivo.

Il governo e le regioni, al di là del colore politico, hanno saputo cooperare e trovare un percorso comune per fronteggiare questa crisi sociale ed economica, oltre che sanitaria.

Con dispiace, invece, osservo che in Italia,  nonostante i grandi sforzi compiuti dalle cittadine e dai cittadini, dalle istituzioni, ci siano comunque personaggi che approfittano per avere un po’ di visibilità e che usino il momento per mettere in discussione il governo, arrivando addirittura a chiedere un terzo rimpasto, dimostrando di dare più importanza alle poltrone che all’efficacia dell’azione politica.


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