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Variante Covid-19, vaccini e immunità. Il genetista Novelli fa chiarezza

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Cosa vuol dire variante del virus e veramente dobbiamo spaventarci di quanto sta accadendo? Conversazione di Formiche.net con Giuseppe Novelli, genetista e professore di genetica medica presso l’Università Tor Vergata di Roma e l’Università del Nevada degli Stati Uniti

Una nuova variante del Covid-19 è stata scoperta e annunciata negli ultimi giorni da Londra. Sabato la Gran Bretagna ha quindi deciso di adottare un lockdown totale già da ieri. Questa mutazione si trasmetterebbe in maniera più veloce, tanto da indurre molti Paesi europei, tra cui l’Italia, a sospendere i collegamenti con il Regno Unito. La notizia arriva in un momento in cui si cominciava a intravedere una luce in fondo al tunnel della pandemia, grazie alla campagna vaccinale iniziata proprio in Inghilterra e che sembrerebbe presto iniziare anche nel nostro Paese (è di questo pomeriggio la notizia che l’Ema ha dato il via libera all’utilizzo del vaccino Pfizer-Biontech in Europa). Ma cosa vuol dire variante del virus e veramente dobbiamo spaventarci di quanto sta accadendo? Formiche.net ha chiesto a Giuseppe Novelli, genetista e professore di genetica medica presso l’Università Tor Vergata di Roma e l’Università del Nevada degli Stati Uniti, di fare chiarezza sugli eventi delle ultime ore, con un approfondimento sul virus e i vaccini.

Professore, parliamo subito di questa variante del virus isolata in Uk che sta allarmando il mondo intero. Ci può spiegare esattamente di cosa si tratta?

I virus mutano, devono farlo. Solo i ceppi che sviluppano mutazioni migliori dell’originale sopravviveranno, gli altri eliminati. Questa non è l’unica variante del virus, ne conosciamo migliaia. Questa è inusuale perché altamente mutata, cioè modificata in più punti del genoma del virus. Molto probabilmente perché originata in un paziente con un sistema immunitario compromesso, quindi poco capace a bloccare il virus, che ha potuto così mutare più rapidamente e velocemente.

La comunità scientifica, ma anche i comuni cittadini, si stanno chiedendo se può influire la variante sull’efficacia dei vaccini. Cosa ci può dire su questo?

L’effetto sull’efficacia dei vaccini non dovrebbe essere forte perché questi stimolano anticorpi che legano più siti antigenici ed è poco probabile che questa variante renda inutile tutta l’immunità anticorpale. Ci vogliono anni e non mesi per una ipotesi simile.

Le varianti e le mutazioni possono pesare sull’ultima fase di ricerca dei vaccini?

I vaccini addestrano il sistema immunitario ad attaccare diverse parti del virus, quindi anche se parte di Spike è mutato, i vaccini dovrebbero comunque funzionare. Ma se lasciamo che aggiunga più mutazioni, allora l’efficacia potrebbe diminuire come nell’influenza, perché il virus tende a sfuggire agli effetti del vaccino e continuare a infettare le persone.

Tuttavia, la tecnologia utilizzata nei vaccini ad mRNA oggi già disponibili, consente di modificare e aggiornare i vaccini in poco tempo rispetto ai vaccini convenzionali. I nuovi vaccini generano anche una massiccia risposta immunitaria, quindi il coronavirus potrebbe aver bisogno di molte mutazioni negli anni prima che i vaccini debbano essere modificati.

Intorno ai vaccini si sollevano da anni dubbi sulla loro salubrità. Quello contro il Covid-19 non fa eccezione e i tempi con cui è stato realizzato hanno aperto un dibattito. Eppure i numeri presentati sono molto rassicuranti. Ci può spiegare l’efficacia finora raggiunta.

I vaccini sono i migliori farmaci che l’uomo abbia mai prodotto. Non è vero che i tempi di realizzazione suscitano dubbi. Le tecnologie e soprattutto la ricerca genetica degli ultimi anni ha raggiunto risultati incredibili. Ad esempio, l’idea di utilizzare mRNA come farmaco non è nuova. Si stanno studiando da anni per curare malattie genetiche e il cancro e vi sono al momento dozzine di trial clinici che utilizzano questa tecnologia. L’RNA è una molecola che porta un messaggio alle nostre cellule: quello di produrre una proteina virale. Il sistema immunitario vede la proteina come estranea e produce anticorpi e cellule T che armano il corpo contro future invasioni. Oltre a Sars-CoV-2, si stanno sperimentando vaccini ad mRNA contro rabbia, Zika, citomegalovirus, e influenza. La loro versatilità è straordinaria: essendo un messaggio scritto al computer e poi trasformato in molecola chimica: si può modificare se il virus dovesse mutare in modo significativo da non rispondere al primo vaccino.

Quanto riescono a proteggere le persone vaccinate?

In termini di efficacia questi vaccini raggiungono una protezione di circa il 95% contro il Covid-19 sintomatico in persone maggiori di 16 anni. Studi fatti su oltre 40mila persone con pochi eventi avversi ad eccezione di fenomeni locali quali dolore, eritema, gonfiore, e reazioni sistemiche (ad es. febbre, mal di testa, mialgie). Ma nella maggior parte erano considerati da lievi a moderati.

Ad oggi gli studi sui vaccini a che punto sono?

Al momento i ricercatori stanno attualmente testando 63 vaccini in studi clinici sugli esseri umani e 18 di questi hanno raggiunto le fasi finali dei test. Almeno altri 85 vaccini sono in fase preclinica e quindi in sperimentazione sugli animali.

Entro l’anno anche in Italia si comincerà a vaccinare contro il coronavirus con il vaccino Pfizer. Ci può spiegare con quali categorie inizieranno?

Questo è compito delle organizzazioni sanitarie del nostro Paese ed Europee, certamente si inizierà dal personale maggiormente a rischio non solo di contrarre l’infezione (medici e professionisti sanitari), ma anche persone a rischio di ammalarsi gravemente (anziani, malati cronici).

I bambini non verranno vaccinati. Ci può spiegare perché?

Abbiamo bisogno di ulteriori dati per verificare il dosaggio ottimale, l’intervallo tra le dosi e quindi più tempo per essere studiato e approvato. I bambini potrebbero non avere un vaccino approvato fino alla metà o alla fine del 2021.

Notizie di queste ore, alcuni operatori sanitari pensano di non vaccinarsi, per tornare allo scetticismo di cui parlavamo. Cosa ne pensa?

Le rispondo con una frase del grande genetista Luigi Luca Cavalli Sforza: “La scienza fa paura agli ignoranti e quando non fa paura, la scienza delude: ma anche qui per ignoranza”.



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