E’ scaduto alle ore 16,30 ora italiana l’ultimatum dei militari al governo di Mohamed Morsi. Il presidente egiziano ha detto di rifiutare la minaccia e che è “disposto a morire” prima di dimettersi. Ma cosa succederà ora?
Secondo un’analisi dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi), è esclusa un’altra situazione come quella della Primavera araba contro Hosni Mubarak, quando è stato instaurato un governo militare che è rimasto in carica per più di 16 mesi.
È più probabile che i militari tenteranno di imporre un programma a Morsi, nel quale è contemplata l’organizzazione di nuove elezioni legislative e presidenziali al più presto. Il punto interrogativo resta su chi debba essere l’alternativa a Morsi.
Secondo l’Ispi, i Fratelli Musulmani potrebbero accettare la proposta, perché vista la mancanza di un candidato forte nell’opposizione – molto divisa – sono in vantaggio.
È questa la fine di Morsi?
Con l’ultimatum dell’esercito al presidente Morsi si decreta la fine del modello turco per l’Egitto? “Il braccio di ferro tra i Fratelli Musulmani guidati da Morsi e l’esercito sembra, a dire il vero, è la ripetizione di quelle dinamiche che, per anni, hanno caratterizzato il lungo processo di democratizzazione della Turchia”, sostiene lo studio. In questi anni i militari egiziani hanno imposto i loro ordini alla Turchia con numerosi interventi. In questo senso, nulla di più simile al “modello turco”.
La transizione egiziana sarà sicuramente lunga e difficile. Come la Turchia anche l’Egitto dovrà attraversare anni di instabilità. Con l’ombra dei militari nelle istituzioni.