Vaccino obbligatorio per i dipendenti della Pubblica amministrazione e per i medici? Il dibattito è quanto mai aperto tra gli esponenti della maggioranza, ma anche sui social. Meglio una corretta informazione che l’obbligatorietà, mentre in Spagna chi non si vaccina sarà iscritto in un registro riservato…
All’indomani del via ai vaccini contro il covid-19 nell’Unione europea (qui le foto dell’arrivo del vaccino in Italia), si apre a suon di dichiarazioni – e di messaggi social – il dibattito in realtà mai sopito sull’obbligatorietà dei vaccini. Obbligo per i dipendenti pubblici? E per i medici? Provvedimenti disciplinari per gli esperti del settore che negassero l’utilità vaccinale, ha dichiarato l’infettivologo Matteo Bassetti.
VACCINI OBBLIGATORI
“Io credo che i vaccini, e quello del Covid-19 in particolare dopo tanta sofferenza che ha portato nelle nostre vite, dovrebbe essere obbligatori per medici e operatori sanitari”, ha dichiarato questa mattina l’infettivologo Bassetti all’Agi. Parole che si legano a stretto giro con quelle di Sandra Zampa, esponente del Partito democratico e sottosegretaria al ministero della Salute che questa mattina ad Agorà su Rai Tre ha parlato di vaccino obbligatorio come “pre-condizione per chi lavora nel pubblico. Se, se ci dovessimo rendere conto che evidentemente c’è un rifiuto che non si riesce a superare, io penso che nel pubblico non si possa lavorare”.
IL NO DELLA MINISTRA DADONE
A rispondere alla sottosegretaria è stata proprio la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, questa volta su un’altra rete, La7, nella trasmissione condotta da Myrta Merlino, L’Aria che tira. “Non sono una grande appassionata dell’obbligo, soprattutto in campo vaccinale”, ha detto Dadone, “credo sia più giusta una forte raccomandazione. In questo momento il governo si è impegnato sul fronte della raccomandazione a una piano vaccinale. Non siamo davanti a dei numeri che ci fanno pensare di dover imporre un obbligo per la vaccinazione”.
LIBERTÀ DI SCELTA?
“Molti di quelli che hanno fatto battaglie per il diritto all’aborto prima e per l’eutanasia recentemente, ora pretendono l’obbligatorietà del vaccino. Non voglio iniziare una discussione su morale o diritto ma sulla logica: se un individuo può scegliere, può scegliere sempre”, ha sottolineato Guido Crosetto su Twitter, a cui ha risposto Roberto Burioni: “Se io decido di uccidermi non faccio male a nessuno, se io decido di non vaccinarmi faccio male ad altri. Paragonerei lo scegliere di non vaccinarsi allo scegliere di andare ai 250 km/h in autostrada, più che all’eutanasia”. “Ho premesso che non parlavo di morale – ha aggiunto Crosetto -. Se sono libero di scegliere il mio destino fisico, lo sono sempre, tanto più che lei mi ha insegnato che non tutti sono vaccinati ma sono salvi grazie agli altri”. Il dibattito è poi proseguito sul social cinguettante, coinvolgendo Lorenzo Pregliasco, cofondatore di YouTrend: “C’è un impatto negativo sulla comunità che non è comparabile a aborto o eutanasia. Detto questo, sono convinto che sui trattamenti sanitari sia sempre meglio puntare il più possibile su informazione, educazione, consapevolezza e fiducia”, seguito dalla politologa Sofia Ventura: “Dipende da quanto la sua scelta condiziona la vita altrui. Nel caso della vaccinazione chi non si vaccina produce un effetto negativo sulla collettività”.
IL BENE COLLETTIVO
Il tema, insomma, rimane spinoso. La libertà individuale di rifiutare le cure mediche si scontra con il bene della collettività, ma è uno scontro a cui non è necessario arrivare per forza. Lo crede un altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, “Non vorrei si dovesse arrivare all’obbligatorietà del vaccino per colpa di pochi”, ha sottolineato.
INTANTO IN SPAGNA…
Intanto in Spagna, sebbene il vaccino contro il coronavirus non sarà obbligatorio, si terrà un “registro” di chi deciderà di non vaccinarsi, che sarà poi condiviso con gli altri Paesi dell’Ue. Ad annunciarlo, il ministro della Salute spagnolo, Salvador Illa assicurando che il documento “non sarà pubblico” e sarà compilato “nel pieno rispetto della privacy”.