Il vaccino contro il Covid-19 ha portato con sé, sin dall’inizio, un insieme di dubbi e polemiche circa la sua somministrazione. Francesco Profumo, presidente di Acri, ha sottolineato l’importanza di una campagna informativa che faccia leva “sulla responsabilità civica di ciascuno a vaccinarsi”
L’arrivo del vaccino sembra rappresentare la luce in fondo al tunnel della pandemia e il modo, per tutti, di tornare alla tanto agognata “normalità”, ma la situazione emergenziale non è ancora finita. Francesco Profumo, presidente di Acri, l’organizzazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio spa, ha ricordato che “il vaccino è una grande vittoria per la ricerca scientifica, che in pochi mesi ha fatto quello che, poco tempo fa, si faceva in dieci anni e ha saputo elaborare una risposta efficace a una situazione senza precedenti”.
Tuttavia, proprio la “velocità” con cui è stato prodotto il vaccino, crea non pochi dubbi in parte dell’opinione pubblica sulla sua legittimità. In questo senso è necessaria un’ampia condivisione di dati e informazioni che siano accessibili a tutti. In particolare, “le Fondazioni di origine bancaria, che nel corso dell’anno di pandemia hanno garantito il loro sostegno dalla fase dell’emergenza sanitaria al supporto per la ripartenza, ora – insieme alle altre istituzioni del nostro Paese – possono contribuire a diffondere un’informazione scientifica corretta sul tema dei vaccini”, ha aggiunto Profumo. Di fronte al crescente scetticismo riguardo al vaccino rilevato nella popolazione, il dibattito intorno ad una eventuale obbligatorietà dello stesso non può prescindere da una forte e corretta campagna di informazione. “Ora sarà importantissimo, ha sottolineato Profumo, continuare a investire in ricerca e attivare una mirata campagna informativa di accompagnamento, per fare in modo che gli italiani si vaccinino, auspicabilmente con una grande adesione”.
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha sottolineato come la produzione rapida del vaccino sia dovuta a processi veloci a fronte di passaggi più semplici. Dagli investimenti, alla tecnologia di produzione preesistente, ai volontari che si sono offerti subito numerosi, passando attraverso l’analisi dei dati da parte degli enti regolatori, le procedure sono state velocizzate, nell’interesse di tutti.
Nonostante la recente polemica sull’acquisto da parte della Germania di 30 milioni di dosi supplementari di vaccino al di fuori del piano europeo “l’Unione – ha ricordato Profumo – si è dimostrata unita, con una strategia condivisa per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini anti Covid-19”.
Dai social network, motore di informazione di cui usufruiscono soprattutto i giovani, è partita una vera e propria campagna contro le fake news che riguardano il vaccino: è di qualche giorno fa la notizia che Tik Tok ha aggiornato il centro notizie sul Covid-19 in modo che le informazioni sui vaccini all’interno dell’applicazione siano fornite da esperti e quindi affidabili. Anche Facebook ha iniziato ad eliminare le notizie confutate dagli specialisti per frenare la disinformazione che dilaga online. Dall’inizio della pandemia lo stesso Facebook ha messo a disposizione degli utenti un centro informativo dedicato al virus con una raccolta di dati e notizie accurate.
Ma ovviamente la campagna informativa non può e non deve fermarsi qui, affinché tutte le decisioni prese da chi sceglie o meno di vaccinarsi siano il più possibile attinenti a evidenze scientifiche.