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La fantastica navigazione verso l’isola delle rose

Può un uomo insieme a qualche amico costruire uno stato indipendente, con lingua, moneta e francobolli propri? Una sorta di Città del Vaticano in miniatura? Sembra una storia fantastica, una favola da leggere prima di andare a dormire, ma è accaduto veramente in Italia nel 1968 grazie alla bizzarra idea dell’ingegnere Giorgio Rosa protagonista del film da poco su NetflixL’incredibile storia dell’isola delle rose” prodotto da Groenlandia e diretto da Sidney Sibilia, regista del celebre “Smetto quando voglio”.

Il film racconta la storia incredibile di Giorgio Rosa, interpretato dal talentuoso Elio Germano, e dello stato autonomo che fonda a 12 chilometri da Rimini, fuori dalle acque territoriali. Una piattaforma di acciaio di 400 metri in mezzo al mare che rappresenta forse la voglia di libertà e di emancipazione di una intera generazione. L’idea è quella di creare un mondo a parte in cui la libertà individuale costituisce il valore assoluto.

In questa impresa insieme a lui ci sono il suo miglior amico Maurizio, Leonardo Lidi, un misterioso naufrago, François Cluzet, un animatore delle notti romagnole, Tom Wlaschiha e una ventenne romantica in cerca di lavoro, Violetta Zironi. E poi c’è Gabriella, Matilda De Angelis, avvocato di diritto internazionale, che diventerà la moglie del protagonista.

L’isola delle rose diventa subito una forte attrazione per moltissimi giovani provenienti da mezzo mondo: sono gli anni della contestazione e delle rivalse personali contro una società un po’ troppo formale e ingessata e l’isola ne costituisce quasi un simbolo. Tuttavia, come ha dichiarato lo stesso regista, mentre tutti in quegli anni cercavano di cambiare il mondo, Rosa se ne costruisce uno a modo suo.

Dovranno intervenire per risolvere questa scottante questione l’ex ministro dell’Interno Franco Restivo, un fantastico Fabrizio Bentivoglio, e l’allora presidente del Consiglio Giovanni Leone, Luca Zingaretti, mentre nel frattempo il caso dell’isola arriva anche al Consiglio d’Europa di Strasburgo da dove comincia il film con lo storytelling di Rosa.

Purtroppo viviamo ormai da diversi mesi in una fase di piccole e grande restrizioni e credo che questo film rappresenti in parte il mood di ogni spettatore e cioè il desiderio di non sottostare alle regole e di crearne di nuove.  Almeno nella nostra fantasia.


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