Skip to main content

La cucina dei postifici

Il Pd e i 5 stelle uniti sempre e comunque per creare postifici. Ovvero strapuntini di potere con relativi finanziamenti. E nonostante tutto lo spreco infinito.

“Lo Stato italiano pone, tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale, la pari dignità e l’uguaglianza dei diritti dei cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni sociali e personali e ne promuove il pieno rispetto e l’attuazione con una serie di interventi di carattere normativo, orientati alla formazione ed alla promozione di strumenti di contrasto alle discriminazioni”. Così recita la nostra Costituzione e così fino ad ora se pur confusamente e senza copertura economica per attuarle concretamente nelle riforme, il Parlamento ha ratificato Convenzioni importanti a livello internazionale sul diritto antidiscriminatorio a salvaguardia dei diritti umani. Sono nati così a ripetizione vari organismi nel tempo rafforzati contemporaneamente dalla cultura legislativa, a volte negli anni irrobustiti attraverso assegnazione di risorse a volte lasciati in vita ma privati di ossigeno. Ecco perché oggi in una stagione in cui si indirizza decisamente a livello internazionale la razionalizzazione delle risorse per la crisi economica, la revisione degli obiettivi dei fondi, ci risulta incomprensibile se non perversa l’ennesima proposta di legge a firma congiunta Pd/5 Stelle che continuano a partorire laterali organismi preesistenti in una comunione di intenti veramente stupefacente. È il caso clamoroso, passato ahimè inosservato nella finta discussione in essere tra i maggiori partiti al governo della Costituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali e per il contrasto alle discriminazioni. Proposte di legge C. 1323 Scagliusi, C. 855 Quartapelle Procopio e C. 1794 Brescia. Un copia-incolla, taglia e cuci mediato opportunamente dalle contraenti pedine e penta stellate come Testo unificato di base adottato.

È utile ricordare che sono in opera vigenti organismi che hanno già loro il ruolo previsto dalla citata proposta di legge che si appella all’art 1 per giustificarne la nascita “la presente legge, in attuazione della risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 48/134 del 20 dicembre 1993 e della normativa europea in materia di contrasto alle discriminazioni, contiene disposizioni per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali, la parità di trattamento di tutte le persone e la rimozione di qualsiasi forma di discriminazione, nel rispetto e in conformità con i principi fondamentali della Costituzione, del diritto internazionale consuetudinario, nonché dei trattati e delle convenzioni internazionali di cui l’Italia è parte”. Esistono rispettivamente:

– L’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, brevemente denominato UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, è l’ufficio deputato dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità. L’Ufficio è stato istituito nel 2003 (d.lgs. n. 215/2003) in seguito a una direttiva comunitaria (n. 2000/43/CE), che impone a ciascun Stato Membro di attivare un organismo appositamente dedicato a contrastare le forme di discriminazione.

– Poi c’è OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) del Ministero degli Interni con l’obiettivo primario di facilitare la denuncia da parte delle vittime di discriminazione.

– In particolare esiste la Consigliera Nazionale di Parità che si occupa della trattazione dei casi di discriminazione di genere sul lavoro di rilevanza nazionale e della promozione di pari opportunità per lavoratori e lavoratrici, anche attraverso la collaborazione con gli organismi di rilevanza nazionale competenti in materia di politiche attive del lavoro, di formazione e di conciliazione. La Consigliera Nazionale di Parità è una figura istituita per la promozione e il controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra uomini e donne nel mondo del lavoro, regolamentata dal D.lgs. 198/2006 che ha particolare rilevanza nel Codice delle pari opportunità decreto legislativo 11 aprile  2006, N. 198-GU n. 123 del 31 maggio 2006 – SO n. 133. Testo coordinato con le modifiche introdotte dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5, in vigore dal 20 febbraio 2010 (Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. (GU n. 29 del 5 febbraio 2010) – .

Codice che riassume altri ruoli di organismi preposti come:

– Commissione per le pari opportunità fra uomo e donna, (Regolamento per il riordino (GU n. 177 del 10 agosto 2007).

– Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parità di trattamento (GU n. 271 del 25 luglio 2007) – Artt. 12-20.

– Rete delle Consigliere e consiglieri di parità territoriali e regionali.

– Comitato per l’imprenditoria femminile resuscitato recentemente dall’ultima legge di bilancio.

– E ancora organismi deputati ad occuparsi di attività antidiscriminazioni, oltre all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, incardinato nel Dipartimento dei Diritti e delle Pari Opportunità, organismi dotati di semplici compiti di monitoraggio, di consultazione o impulso, ma non di veri e propri poteri di tutela o strumenti di intervento, come:

– la Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna.

– il Comitato contro la discriminazione e l’antisemitismo.

– la Consulta per l’Islam italiano.

– la Commissione consultiva per la libertà religiosa, il Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu) che si interfaccia con gli organismi internazionali.In buona sostanza oltre a commissariare concretamente questi organismi sopra citati vale la pena leggere i super poteri che si vuole dare a questa Commissione, l’obolo ai suoi 5 esperti che dovrebbero ripetere quello che già fanno gli altri organismi, i 2 milioni e mezzo assegnati per funzionare con relativa segreteria tecnica e potestà infinita di decisione sovranista. Non mi sembra cosa giusta e saggia.


×

Iscriviti alla newsletter