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Da Pence a McConnell, ecco chi si scalda per il 2024

In un videomessaggio il presidente uscente Donald Trump condanna l’assalto al Capitol e promette una transizione di potere ordinata il 20 gennaio. Ma un sondaggio svela che la maggioranza dei trumpiani ha promosso a pieni voti il blitz… Il punto di Giampiero Gramaglia

Donald Trump ammette per la prima volta che il 20 gennaio ci sarà una nuova Amministrazione, Joe Biden è contrario a iniziative per l’impeachment o la rimozione del magnate presidente. E l’attenzione si sposta sulla transizione dei poteri, mentre l’esodo dalla Casa Bianca e dalla squadra di governo di Trump aumenta: oltre al ministro dei Trasporti Elaine Chao, se ne va quello dell’Istruzione Betsy DeVos.

Si aggrava il bilancio degli incidenti di mercoledì: la presa del Campidoglio da parte di facinorosi ha fatto cinque morti. Un agente della polizia del Congresso è ieri deceduto per le ferite riportate: Brian Sicknick “è stato ferito mentre si opponeva fisicamente ai manifestanti – recita una nota -. Tornato in caserma è crollato. Portato in ospedale è morto”.

Inchieste sono in corso sull’accaduto e il capo della polizia del Congresso, Steven A. Sund, annuncia che si dimetterà il 16 gennaio, prima dell’Inauguration Day del 20 gennaio. Il suo siluramento era chiesto dalla speaker della Camera Nancy Pelosi.

Ieri intanto, nel pieno dello shock per gli incidenti di mercoledì, gli Stati Uniti hanno fatto registrare il picco record di oltre 4.000 morti da coronavirus in 24 ore. Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast i contagi nell’Unione superavano i 21.574.000 e i decessi erano oltre 365.200, un americano su 15 ha contratto il virus e più di uno su mille ne è morto.

Il video di Trump e le parole di Biden

In un video, Trump, rivolgendosi agli americani, si dice scandalizzato dalla violenza sul Campidoglio, lancia un appello alla riconciliazione ed afferma che suo obiettivo ora “è assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata”.

“È tempo di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma – sostiene il presidente -. Bisogna tornare alla normalità dell’America”. E, rivolto ai protagonisti degli incidenti, da lui aizzati, dice: “Voi non rappresentate il nostro Paese … Chi ha infranto la legge pagherà”.

La portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany ha dichiarato che Trump e il suo governo condannano le violenze al Congresso “nella maniera più ferma possibile”, definendo l’assalto “riprovevole e contrario ai valori americani”.

In precedenza, il presidente eletto Biden aveva detto che mercoledì à stato uno “dei giorni più bui della storia americana”, il “risultato dell’attacco di Trump alla democrazia”, ed aveva ricordato che il presidente non è al di sopra della legge. Biden giudica “inaccettabile” il diverso trattamento riservato dalle forze dell’ordine ai manifestanti di Black Lives Matter ed ai sostenitori di Trump, “terroristi domestici”.

Il procuratore generale della capitale federale, Michael Sherwin, non esclude capi di accusa contro Trump per aver incitato l’assalto al Congresso. Per Sherwin, il Dipartimento della Giustizia valuterà l’ipotesi di reati penali contro chiunque abbia giocato un ruolo nella vicenda.

L’epilogo e gli sviluppi politici

La paura d’un colpo di mano istituzionale da parte del presidente s’è stemperata quando a Washington era già giovedì mattina: il Congresso in plenaria ha proclamato Biden e Kamala Harris presidente e vice-presidente degli Stati Uniti. Come previsto, giureranno e s’insedieranno il 20 gennaio. Washington DC resterà sotto coprifuoco fino al 21.

La proclamazione è stato fatto dal vice di Trump, Mike Pence, uscito dall’ombra del magnate pensando a Usa 2024, come fanno il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell o l’amico del presidente, il senatore Lindsey Graham. Molte le dimissioni per protesta alla Casa Bianca. William Barr, ministro della Giustizia appena dimessosi, dice: “Trump ha tradito la sua missione”.

Alla fine, la sommossa aizzata da Trump ha solo ritardato di una dozzina d’ore l’epilogo elettorale già scritto con il loro voto dai cittadini americani il 3 novembre e passato al setaccio delle procedure istituzionali e costituzionali degli Stati Uniti. Un modo di tirare il fiato della democrazia americana è battere i record di Wall Street: è puntualmente avvenuto ieri, la finanza festeggia l’uscita di scena d’un personaggio imprevedibile.

Trump, mosse contraddittorie

Privato degli account da Facebook, da Twitter e dagli altri social media ormai insofferenti dei suoi post incendiari, Trump s’affida a dichiarazioni della Casa Bianca e/o a post rilanciati: “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni – dice, ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”. E vede coincidere “la fine del più grande mandato presidenziale della storia” con “l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande … Continueremo a batterci per far sì che solo i voti legali contino”.

Chi lo molla, chi ancora lo teme, chi continua a lusingarlo. Un sondaggio indica che la maggioranza dei suoi elettori non condanna le violenze di mercoledì e condivide le sue rivendicazioni.

Il presidente cancella il suo weekend a Camp David, programmato prima dei tragici fatti: preferisce rimanere alla Casa Bianca per vigilare sul tentativo di rimuoverlo dall’incarico. E rimugina l’idea d’accordarsi la grazia, sondando l’impatto che il provvedimento avrebbe a livello legale e politico. Sarebbe, rileva il New York Times, un uso dei poteri presidenziali straordinario e mai sperimentato nella storia Usa.

Impeachment o XXV emendamento

I democratici, ormai maggioranza alla Camera e al Senato, pensano, invece, a sbarazzarsi di Trump in fretta: progetti probabilmente velleitari, a due settimane dalla fine del mandato. Ma il pensiero d’un capopopolo che se ne va in giro con le valigette nucleari non è rassicurante.

Un’ipotesi è l’impeachment, già fallito un anno fa sul Kievgate: piace a Alexandria Ocasio-Cortez e all’ala democratica più radicale, ma non paiono esserci i tempi per attuarlo. I capi di accusa sono già stati scritti dalla deputata Ilham Omar e sono comunque pronti per essere presentati.

Un’altra possibilità è il ricorso, assolutamente inedito in simili circostanze, al XXV emendamento della Costituzione Usa, che prevede l’assunzione dei poteri da parte del vice se il presidente è rimosso dall’incarico, fra l’altro per incapacità manifesta: spingono in tal senso i leader democratici di Camera, la Pelosi, e Senato, Chuck Schumer.

La procedura, però, richiede qualche tempo e l’avallo del Congresso, che non è acquisito, anche se le voci critiche fra i repubblicani sono autorevoli. Liz Cheney, figlia dell’ex vice di Bush jr Dick, accusa Trump di avere acceso “il fiammifero dell’insurrezione”.

L’argomento, pare, però, chiuso, perché sia Biden che Pence, che pure non parla con Trump ormai da tre giorni, fanno sapere di essere contrari. Biden preferisce concentrarsi sull’insediamento e ritiene la rimozione di Trump un atto che non aiuterebbe a unificare il Paese. Pence intende esserci alla cerimonia d’insediamento di Biden il 20 gennaio, anche se non ha ancora avuto l’invito.

Le decisioni di Biden

Il presidente eletto, che mercoledì s’era fatto sentire con voce incrinata dall’emozione, evita prese di posizione ulceranti e conferma la scelta alla Giustizia del giudice Merrick Garland, che Barack Obama voleva alla Corte Suprema. Sarà lui a gestire gli eventuali strascichi giudiziari della presidenza Trump.

Biden ha scelto la governatrice del Rhode Island Gina Raimondo come segretario al Commercio ed il sindaco di Boston Marty Walsh, un ex sindacalista, come segretario al Lavoro, posto che era stato ventilato per il senatore Bernie Sanders.


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