Ieri, nell’assemblea dei deputati del Pdl, un attempato parlamentare ha protestato contro il “pitone e la pitonessa”, cioè Sandro Sallusti e Daniela Santanchè, accusandoli di utilizzare “Il Giornale” per annunciare agli iscritti e ai dirigenti le intenzioni e i progetti di Silvio Berlusconi
sui nuovi organigrammi, sulla riforma del partito e sull’ipotizzato ritorno a “Forza Italia”. Giusto rilievo.Non risulta, tuttavia, che lo stesso parlamentare di lungo corso, nella Prima Repubblica, abbia eccepito alcunchè. Anzi, molti ricordano che abbia taciuto, obbedendo, agli ordini, a lui e ai suoi “fratelli”, sulla linea politica, sulle alleanze, sulle nomine, non, come oggi, impartiti dai Letta, Conte zio e giovin nipote, ma dal Capo della Loggia Massonica P2, don Licio Gelli : direttamente, o tramite l’allora portavoce di Bettino Craxi, “fratel” Vanni Nisticò, o l’l’uomo che sussurrava ai potenti”, al secolo l’influente dottor Luigi Bisignani.Pietro Mancini