Non c’è bisogno di grandi ricerche per capire che il gioco d’azzardo sta sempre più avvelenando la vita e la salute di troppe persone e famiglie. Per questo il Forum delle associazioni familiari ha giustamente avanzato la richiesta di includere la patologia correlata al gioco d’azzardo nei “Livelli Essenziali di Assistenza” del servizio sanitario nazionale, prevedendo forme specifiche di cura e sostegno alle famiglie nelle quali ci siano membri affetti da “ludopatia”.
Forse è anche arrivato il momento di limitare la pubblicità sui giochi a premi e l’apertura di nuove sale da gioco, se pensiamo alle martellanti pubblicità su internet o in TV per i vari siti di gioco on line e l’invasione delle slot machine nei bar e sale giochi.
Il suicidio di un ragazzo di 18 anni ed il dovere dello Stato contro il gioco d’azzardo
Gli operatori dei servizi pubblici e privati, dai SERT alla Caritas, possono confermare che il fenomeno è in grande crescita come numeri e come gravità delle situazioni. L’ultima notizia di cronaca a tal proposito è stata la tragedia che si è avuta ieri ad Ischia per il suicidio di un ragazzo di 18 anni per aver perso al gioco tutti i suoi risparmi. Il giovane, originario di Barano d’Ischia, uno dei sei Comuni situati sull’isola, si è tolto la vita schiantandosi sugli scogli, con in tasca un biglietto indirizzato ai suoi familiari ai quali così chiedeva scusa per il gesto compiuto: «Perdonatemi, ho perso tutti i miei risparmi per giocare online» (cfr. Perde al gioco on line, a 18 anni si toglie la vita, in “Il Tempo”, 04/07/2013).
Allora non è dovere della società e delle Istituzioni intervenire sul sistema “giochi”? Magari anche aumentando la tassazione sul gioco d’azzardo, sia come deterrente che come misura di giustizia fiscale. Non è più tollerabile che le vincite derivanti dal gioco d’azzardo siano tassate meno dei redditi prodotti dai lavoratori!