Concita De Gregorio su Repubblica contro Zingaretti: “Brava persona ma lascia dietro di sé l’eco malinconica di un vuoto”. Lui ribatte: “È tornata la sinistra elitaria e radical chic”. Ma la controreplica non si fa aspettare
Durissimo botta e risposta tra Nicola Zingaretti e Concita De Gregorio.
Tutto nasce dall’articolo di oggi della penna di Repubblica, che ha definito il segretario del Partito democratico “un sughero” per via dell’atteggiamento tenuto dopo le consultazioni al Quirinale. “È gentilissimo, va detto. Leale, tanto una brava persona. E però ogni volta che inciampa esita traccheggia, tira fuori dalla tasca un foglietto da leggere, non trova l’uscita e qualcuno deve prenderlo per il gomito – per di qui, segretario – Nicola Zingaretti lascia dietro di sé l’eco malinconica di un vuoto. Come un ologramma, sorride e svanisce”. E ancora: “Zingaretti subito dopo — agli antipodi, scarno — rifiuta le domande, legge un foglietto dove parla di sfide di rilancio, di giovani e riforma della legge elettorale. La gente, da casa, ha perso il lavoro. Gli adolescenti prendono antidepressivi e i loro nonni vorrebbero vaccinarsi. Retorica? Demagogia? Insomma. Zingaretti galleggia come un sughero, la natura non gli ha dato lo spunto della punta, il pallone deve darlo a chi finalizza il gioco. Nessuno fra chi guarda la tv capisce bene come sia stato possibile che il leader del Pd sia diventato Chance il giardiniere, Giuseppe Conte, che era stato in origine indicato da quelli in odio al ‘partito di Bibbiano’”.
Il segretario dem ha ribattuto via Facebook. “Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic che vuole sempre dare lezioni a tutti ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo”, ha scritto. Poi ha aggiunto: “Chi fa un comizio in diretta dopo le consultazione al Quirinale è un esempio, chi rispetta quel luogo una nullità. La prossima volta mi porto una chitarra. Che degrado. Ma ce la faremo anche questa volta”.
“Sinistra elitaria e radical chic”. Ma Zingaretti chi si crede di essere? Matteo Salvini?
E il passaggio non è passato inosservato a De Gregori, che nella controreplica via Facebook scrive: “Radical chic, nella muffita terminologia del dibattito politico, è una definizione che qualifica chi la usa. Molto spesso le destre, quasi sempre – ci avrà fatto caso – all’indirizzo di persone di sesso femminile per depotenziarne la parola”. E ancora: “Faccio fatica a credere che il segretario del Pd, tuttora il più grande partito della sinistra italiana, abbia scritto parole in cui mostra di non percepire la differenza fra chi fa politica e chi fa giornalismo. E’ semplice. Chi fa politica governa, chi fa giornalismo racconta l’azione di chi governa”. Infine: “Sulla chitarra non so. Ci sono anche bei film da vedere. Ce n’è uno, in specie, in cui il protagonista spiega che i giornali sono fatti al servizio di chi è governato, non di chi governa. Un po’ altisonante, gli americani tendono al solenne, ma efficace”.