Profilo di Andrea Orlando, politico di lungo corso e attuale Vicesegretario del Partito Democratico, appena confermato a Palazzo Balestra
Classe 1969, nato a La Spezia da genitori di origine campana, Andrea Orlando si diploma allo scientifico e inizia prestissimo l’attività politica. Nell’89 è segretario provinciale della Federazione Giovanile Comunista Italiana e l’anno dopo viene eletto nel consiglio comunale de La Spezia come membro del Partito Comunista Italiano.
Dopo lo scioglimento del PCI Orlando viene rieletto con il Partito Democratico, dentro il quale progredisce nelle istituzioni della città natia e quelle regionali fino al 2003, anno in cui entra nella direzione nazionale del partito dei Democratici di Sinistra da Piero Fassino.
Si presenta alle politiche del 2006 e viene eletto nelle liste dell’Ulivo in Liguria. Sciolti i DS nel 2007, aderisce al PD, diventando responsabile dell’organizzazione nella segreteria nazionale del segretario Walter Veltroni. Rieletto nel 2008, entra in Commissione di Bilancio della Camera e nella Commissione parlamentare antimafia e diventa portavoce del partito.
Ha vestito i panni di ministro dell’ambiente dal 2013 al 2014, promuovendo leggi sulle emrgenze ambientali come Terra dei fuochi e Ilva. Come ministro della giustizia (2014-2018) gestisce il sovraffollamento delle carceri e favorisce il potenziamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha contribuito a riformare il reato di scambio politico-mafioso e all’approvazione di leggi su ecoreati, unioni civili e caporalato. Una riforma del 2017 su diritto e procedura penale porta il suo nome.
Nel 2017 si candida come segretario del PD, piazzandosi al secondo posto con 28% delle preferenze alle primarie. Nel 2019 viene nominato Vicesegretario del PD da Nicola Zingaretti. Infine, il 12 febbraio 2020, viene indicato dal premier Mario Draghi come nuovo ministro del lavoro e delle politiche sociali.