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I domini di weiss

Quanto è bella quella sensazione, al mattino, dolce e amara, quella della soddisfazione che non è completa. Soddisfatto ma non addubbato. E’ bella perché sensazione del piacere perfetto che chiede solo di essere perpetuato.
Come la sigaretta.
L’equilibrio, che badate è punto singolare, sta nel sapersi controllare e gestire, due verbi che sono propri dell’armamentario borghese, anzi borghesissimo. Quell’armamentario tipico della tecnica e dell’organizzazione che trova sintesi nella misura. L’equilibrato sa tenere a debita distanza, nel profondo di sé, le ambizioni, le passioni, i trasporti. Sottrae ossigeno buttando cenere razionale sul fuoco che cova, cova e cova. Non è facile e, forse, è assai più diabolico il saper limitare del limitare le urgenze dell’indole.
Ma quale alternativa dunque? Darsi in pasto all’insoddisfazione, alla frustrazione di non essere dove si vorrebbe. Di lamentare il proprio essere sempre altrove. Di spasimare altro: un altro luogo, un altro lavoro, un altro oggetto del desiderio?
Ecco, il vero indebitamento di un paese è la sommatoria delle insoddisfazioni diffuse e latenti. E la peggior pecca delle classi dirigenti è quella di non interrogarsi, mai della soddisfazione della propria gente. Non indagano e non si curano. Incapaci di discernere il confine tra l’insoddisfazione che stimola e quella che invece danna.
Il problema vero è che si è appaltata la cura della soddisfazione di ognuno all’effimero, la sorgente cui il marketing attinge per ingrossare i profitti senza, però, mai capire che se è vero che la frustrazione può essere riempita con gli ammennicoli della modernità, troppa frustrazione non consente ai portafogli di essere pingui a sufficienza.
E così, ci ritroviamo tutti dentro un grande e vecchio ferromagnete. Lasciato solo senza che nessuno dall’alto si applichi sottoponendolo al più piccolo dei campi magnetici. Dove ognuno, ogni piccolo dipolo, ogni piccolo e infinitesimo dominio di weiss punta il suo Nord che non è il Nord di nessun altro. Perché un Nord non c’è. E dove guardando a questo ferromagnete dall’alto, con superficialità, si scambia per abbronzatura ciò che è solo ossidazione.


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