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Draghi e Johnson, sarà special relationship al G7?

Oggi al G7 prima uscita internazionale per Draghi. Fitti contatti tra Roma e Londra, unite dalla priorità salute

I contatti tra i governi di Londra e Roma, presidenti di turno rispettivamente del G7 e del G20 e assieme organizzatori della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop26, sono diventati fittissimi nelle ultime settimane a quanto risulta a Formiche.net. Al di là della Manica c’è grande interesse per lavorare assieme al nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi, che da governatore della Banca centrale europea ha seguito con attenzione i negoziati per la Brexit. In particolare quelli relativi all’accordo di recesso tra Unione europea e Regno Unito approvato il 17 ottobre 2019, cioè due settimane prima della scadenza del suo mandato a Francoforte.

Il presidente del Consiglio italiano, che alle Camere ha ribadito l’impegno per una più efficace campagna vaccinale, è atteso oggi pomeriggio al suo primo incontro internazionale, il primo incontro virtuale dei leader del G7. Un’occasione per l’Italia per giocare le sue carte. Una su tutte, secondo Giovanni Castellaneta, già ambasciatore italiano negli Stati Uniti: “La credibilità del premier. Che si traduce in affidabilità. Tutti puntano su Draghi, perché di solito fa quello che promette”, spiegava ieri a Formiche.net. Un errore da evitare? “Cadere nella tentazione di andare avanti da soli. Qualunque iniziativa in politica estera con Paesi rivali andrebbe discussa prima con i nostri alleati”, rispondeva.

Il primo ministro britannico Boris Johnson è pronto a rafforzare l’immagine della sua “Global Britain” e chiedere ai leader mondiali di sostenere gli sforzi per accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini, trattamenti e test. Il suo obiettivo dichiarato è ridurre a 100 giorni il tempo necessario per sviluppare vaccini per nuove malattie salverà innumerevoli vite nelle future crisi sanitarie. Inoltre, il capo dell’esecutivo di Londra ha impegnato il Regno Unito a condividere la maggior parte di eventuali futuri vaccini contro il coronavirus in eccesso dalle sue forniture con il pool di approvvigionamento Covax, per sostenere i Paesi in via di sviluppo, oltre al finanziamento di 548 milioni di sterline già stanziati dal Regno Unito per il programma. In occasione dell’incontro con gli altri leader, il premier Johnson inviterà i leader del G7 ad aumentare i finanziamenti per Covax a sostegno di un accesso equo ai vaccini. “Forse più che mai, le speranze del mondo poggiano sulle spalle degli scienziati che, come innumerevoli altre volte nell’ultimo anno, hanno raccolto la sfida”, ha dichiarato.

Su queste pagine ieri ci interrogavamo sul ruolo che l’Italia potrà avere in quella che sembra essere una nuova occasione per il multilateralismo, visti gli impegni europeo e della nuova amministrazione statunitense di Joe Biden. L’occasione per il nostro Paese è doppia, notavamo: presidente di turno del G20 (il Global Health Summit si terrà il 21 maggio a Roma, che ospiterà anche il 5-6 settembre il G20 Salute) e co-organizzatore della Cop26. “Salute e clima sono questioni prioritarie e transnazionali, e per tanto si offrono naturalmente a soluzioni multilaterali, visto che quelle non-multilaterali tendenzialmente sono inefficaci”, spiegava Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Affari Internazionali e responsabile del programma “Attori globali”, commentando l’agenda del nuovo governo Draghi. “In questo senso, con la spinta che Biden vuole dare al reimpiego americano nel mondo — pensiamo al ritorno all’Oms e all’Accordo di Parigi — le dinamiche di convergenza transatlantica ben si sposano con l’interesse europeo a sostenere il multilateralismo proprio su questioni su cui l’Italia sarà in prima linea quest’anno”, concludeva l’esperto.


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