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Il Corriere della Sera bisticcia con Brunetta sulla Rai

Due polemisti non potevano che polemizzare. Così ad Aldo Grasso che lo aveva rimbrottato, oggi Renato Brunetta sempre sul Corriere della Sera replica al critico tv del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli. Tema: la Rai. O meglio: la denuncia dell’ex ministro, e ora capogruppo del Pdl alla Camera, di trasmissioni tv con ospiti quasi tutti a senso unico (che pencolano a sinistra, ovviamente, per l’ex socialista Brunetta). Denuncia che si può leggere con cura e dovizia di particolari sul sito personale di Brunetta.

Brunetta, anche con un articolo denso di numeri pubblicato di recente sul quotidiano il Foglio, ha dimostrato quanto, secondo lui, siano “faziose, faziosissime” le trasmissioni Rai condotte da Lucia Annnunziata, Fabio Fazio e Giovanni Floris. Commento di Grasso ieri sul Corriere della Sera: “L’equivoco di fondo è che il Servizio pubblico esiste solo in quanto alibi del pluralismo, il volto nobile della lottizzazione. E’ proprio in nome del pluralismo che ogni partito continua a reclamare la sua quota, i suoi dirigenti, persino i suoi invitati”. Quindi la proposta del saggista e critico tv del quotidiano Rcs: “Però, va dato atto a Brunetta di una nobile decisione: non lo vedremo più nei programmi Rai. Perché se ricopri nello stesso tempo il ruolo di controllore e di controllato non sei più credibile”.

Poteva rimanere senza replica un affondo così? Certamente no, per Brunetta. Infatti oggi il Corriere della Sera ospita un intervento del tarantolato Brunetta che scrive al “professor Grasso”: “Faccio il controllore, non il giudice. A valutare e sanzionare è l’Autorità garante della comunicazione”. Quindi la conclusione dell’ex ministro: “Il mio compito di controllore deve comportare la rinuncia ad apparire nei programmi della Rai, come auspica Grasso? Comunque vada credo che sia il sottoscritto sia il telespettatore reggeranno il colpo”.

Una polemica che sembra fatta apposta per far parlare di Grasso e di Brunetta a Grasso e Brunetta. Ma tant’è.

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