La lista degli artisti che sono finiti nella bufera delle critiche per esibirsi davanti a noti dittatori (che pagano non poco per ogni spettacolo) è lunga. L’ultima è stata Jennifer Lopez, che ha fatto uno show privato per il leader del Turkemenistan, Gurbanguly Berdymukhamedov.
Due settimane fa JLo ha cantato per il compleanno del dittatore in un concerto sul Mar Caspio. Con tanto di “Happy Birthday” alla Marilyn Monroe.
Jennifer Lopez è la prima star occidentale che visita il Turkemenistan, un Paese noto per le sue riserve di gas ma anche per la violazione dei diritti umani. JLo però ha detto che non lo sapeva e che il suo show è stato organizzato dalla compagnia petrolifera cinese China National Petroleum Corporation (CnpcCNPC), l’impresa che ha realizzato il gasdotto che collega il Turkmenistan con la Cina.
Con tanto di comunicato stampa, Jennifer Lopez ha detto che non aveva partecipato ad un evento politico ma solo un show commerciale. Sul suo “Happy Birthday” ha detto che la richiesta è stata fatta all’ultimo minuto e si è sentita “gentilmente obbligata” a farlo.
L’anno scorso, invece, Eros Ramazzotti è stato criticato per il suo concerto-omaggio alla figlia del dittatore dell’Uzbekistan e la sua difesa è stata: “Non mi ero reso conto di chi fosse”. Il cantante Zucchero si è detto orgoglioso di essersi presentato a novembre del 2012 nell’Istituto delle Arti del regime dei fratelli Castro.
Nel 2009 Sting era finito sotto i riflettori per la sua partecipazione al compleanno del leader dell’Uzbekistan e il quotidiano The Guardian aveva titolato: “Sting finito nel libro dei pagamenti del dittatore dell’Uzbekistan”. L’artista era stato pagato con quasi due milioni di sterline.
Anche Hillary Swank ha dovuto chiedere scusa per aver fatto parte della lista di invitati del dittatore ceceno Ramzan Kadyrov, oltre a Rod Steward, Julio Iglesias e Ennio Morricone, che ha diretto un concerto a Tashkent per la settimana dell’Arte.