Secondo l’Aifa, “al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”, ma si stanno “effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti” mentre i campioni del lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità. L’Aifa assicura che “comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile”.
Il tam tam era cominciato in mattinata, dopo l’Austria anche Estonia, Lituania, Lussemburgo e Danimarca avevano detto stop. Poi nel pomeriggio anche l’Italia, con un comunicato dell’Aifa: a seguito della segnalazione di alcuni “eventi avversi gravi”, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti ad un lotto del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, l’Aifa ha deciso “in via precauzionale” di emettere un divieto di utilizzo di questo lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema, agenzia del farmaco europea.
“Al momento – afferma in una nota l’Aifa – non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi. Aifa – si spiega – sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti” mentre i campioni del lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità. L’Aifa assicura che “comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile”.
La decisione dei diversi Paesi, Italia inclusa, arriva dunque per consentire al Comitato di valutazione dei rischi dell’Ema di condurre un’inchiesta in proposito. L’Ema ha affermato ieri che attualmente non ci sono prove che il vaccino abbia causato la malattia e che la trombosi non è elencata come un potenziale effetto collaterale del vaccino.