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La Francia si addestra alle Guerre spaziali. Così Macron celebra AsterX

Ci sarà Macron a Tolosa a chiudere la prima esercitazione di guerre spaziali del nuovo Comando francese. Dimostra l’attenzione di Parigi verso la militarizzazione delle orbite. “Ma se anche ci fosse la possibilità di monitorare un satellite-spia e neutralizzarlo – si chiede il generale Vittori – quale risultato verrebbe raggiunto? Probabilmente nessuno”

La Francia “gioca” alle guerre spaziali. Tra detriti orbitanti, manovre di prossimità e simulazioni di satelliti-spia, è in corso da lunedì l’esercitazione AsterX, primo addestramento operativo del Commandement militaire de l’espace, lanciato nell’estate del 2019 da Emmanuel Macron. Domani, per l’ultimo giorno di esercitazione, il presidente tornerà a Tolosa, dove ha sede il comando francese e dove verrà incardinato il primo centro della Nato dedicato al dominio extra-atmosferico.

L’ESERCITAZIONE

“L’esercitazione AsterX ci consentirà di implementare i nostri processi interni e testare le nostre procedure esterne”, ha spiegato il generale Michel Friedling, a capo del Comando spaziale. Le manovre “costituiranno uno stress test dei sistemi al fine di verificare le esigenze future, e ci permetteranno di supportare l’ascesa del comando”. Nel dettaglio, AsterX mira a testare le capacità di monitoraggio, sorveglianza e raccolta dati su quello che avviene nell’orbita terrestre. Sono per questo stati messi in scena 18 differenti eventi spaziali, simulati tramite un database che raccoglie 10mila diverse componenti. Si basa sulle informazioni raccolte dal Centro operativo per la sorveglianza militare degli oggetti spaziali (Cosmos), impegnato a registrare i movimenti in orbita.

SATELLITI-SPIA

Nell’esercitazione, che prende il nome del primo satellite lanciato dalla Francia (era il 1965), ci sono però anche “cose più dinamiche” e scenari “ispirati a casi reali”, ha aggiunto il generale Friedling. Secondo la stampa d’oltralpe, l’attenzione principale è legata alla capacità di monitorare l’azione di eventuali satelliti-spia ostili. D’altra parte, già nel 2019 la ministra francese Florence Parly a denunciava “l’atto di spionaggio” che sarebbe stato condotto due anni prima dalla Russia contro il satellite militare franco-italiano Athena-Fidus. Nonostante le perplessità sull’accusa avanzata (nonché le difficoltà a normare il settore), la strategia di fondo era chiara: non perdere la corsa verso la militarizzazione dello spazio.

LA STRATEGIA FRANCESE

E infatti, nell’estate del 2019, l’accusa alla Russia era accompagnata dalla presentazione della nuovissima “Strategia spaziale di Difesa”, corredata dalla promessa di un incremento di 700 milioni rispetto ai 3,6 miliardi già allora previsti per la militarizzazione extra-atmosferica. Poche settimane prima, alla vigilia della festa nazionale del 14 luglio, era stato Emmanuel Macron ad annunciare la creazione (poi avvenuta a settembre) del Commandement militaire de l’espace, comando operativo inserito all’interno dell’Aeronautica militare. In AsterX, ha tenuto a specificare il generale Friedling, non si stanno testando capacità di attacco o difesa. Il trend è tuttavia segnato. Nella strategia francese, il concetto di riferimento è “difesa attiva”, in cui si prevede anche anche lo sviluppo di strumenti offensivi. Al cuore del nuovo approccio c’è il programma “Maîtrise de l’Espace”, il cui primo termine descrive bene l’ambizione francese, traducibile con “dominio incontrastato”.

LA NATO A TOLOSA

Al momento, il sistema di monitoraggio contro minacce orbitanti è ancora “insufficiente”, ha notato il generale Friedling, per cui occorre “sviluppare partnership affidabili”. Si partirà dal potenziamento interno, tra progetti di ricerca, nuovi satelliti e sensori. Il Comando spaziale francese dovrebbe arrivare a 500 unità entro il 2025 (attualmente sono una sessantina), in parallelo al nuovo centro Nato. Il via libera dell’Alleanza Atlantica è arrivato a ottobre dello scorso anno durante la ministeriale Difesa. Più recente l’individuazione di Tolosa quale località ospitante, per un centro che getterà le basi per un Comando spaziale a tutti gli effetti. “Aiuterà a coordinare le attività spaziali degli alleati – spiegava il segretario generale Jens Stoltenberg – supporterà le missioni e le operazioni della Nato nello Spazio, comprese immagini e comunicazioni satellitari, e proteggerà i sistemi spaziali degli alleati attraverso la condivisione delle informazioni su minacce potenziali”.

I DUBBI DI VITTORI

Non è ancora chiara quale sarà l’integrazione tra il centro Nato e il comando francese, anche perché sul tema “satelliti-spia” permane più di qualche dubbio. “L’espressione richiama alla mente le spie della Guerra fredda, coloro che entravano in maniera clandestina nel territorio di altri Paesi per carpire informazioni”, ci ha spiegato il generale e astronauta Roberto Vittori. “Ma le orbite non hanno confini; dunque, cosa è un satellite-spia? E soprattutto, se anche ci fosse la possibilità di monitorarne uno e neutralizzarlo, quale risultato verrebbe raggiunto? Probabilmente nessuno”.

CAPACITÀ DI LANCIO

Perché? “Perché oggi mettere un satellite in orbita è un gioco da ragazzi; il record (a proposito di cambiamenti) appartiene alla solita SpaceX, con 143 satelliti con un solo lancio”. Quindi, ha aggiunto il generale, “anche ammesso e non concesso che ci siano satelliti-spia e che si abbia la capacità di individuarli e neutralizzarli, azioni di questo tipo non risolverebbero il problema”. Chiunque infatti “potrebbe facilmente rimettere in orbita decine di satelliti simili, capaci di orbitare su tutti i punti della superficie terrestre ogni novanta minuti”. In definitiva, “non si vuole negare il potenziale problema relativo ai satelliti-spia, ma piuttosto le attuali soluzioni proposte, quali quella dell’esercitazione francese”.

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