Pubblichiamo un intervento di Alberto Gusmeroli (Lega), vicepresidente della commissione bilancio della Camera, che con il collega Luigi Marattin (Italia Viva) ha firmato una proposta bipartisan per rendere più semplice la liquidazione delle imposte dirette dei lavoratori autonomi
Qualsiasi riforma fiscale deve essere improntata alla diminuzione della tassazione e alla semplificazione contabile, fiscale e burocratica.
Il Governo Draghi ha indicato tra le necessità di questo Paese la Riforma Fiscale e la Commissione Finanze Riunita di Camera e Senato ha avviato un intensa attività di audizioni sulla Riforma IRPEF.
Il varo della riforma nel 1973/74 richiese una Commissione di esperti che lavorarono, praticamente dal 1962 al 1972 prima con lo studio della riforma e poi con l’attuazione.
Considerando la complessità del nostro sistema fiscale e l’alto livello di tassazione è difficile pensare che in poco tempo si possa varare una riforma fiscale e in ogni caso bisogna dotarla di una forte dotazione in denaro per poter ridurre fortemente la tassazione e gli squilibri già presenti nel 1973 e aumentati di anno in anno.
Ricordiamo poi che uno studio della Banca Mondiale annovera, oltretutto, l’Italia tra i Paesi con il sistema fiscale più complicato al mondo e con una pressione fiscale anch’essa tra le più elevate.
E’ giusto pensare in grande, puntare al “bersaglio grosso”: la riforma fiscale, ma è giusto anche avere un exit strategy e magari fermarsi a riformare la sola IRPEF o in subordine anche solo intervenire con “aggiustamenti selettivi” che permettano la riduzione delle imposte e almeno un grande processo di semplificazione fiscale.
Da metà degli anni 80’ del secolo scorso, il diffondersi dell’uso dei computer ha fatto sperare in un alleggerimento degli adempimenti fiscali e burocratici, il miglioramento della qualità della vita di amministrativi, contabili, imprese, artigiani e commercianti…in realtà il Computer è stata spesso la giustificazione e lo strumento del Fisco per aumentare il numero di adempimenti, la complessità di norme con la scusa della lotta all’evasione.
La meccanizzazione tutta a favore della macchina burocratico-fiscale e non del cittadino, contribuente, impresa o professionista.
Con l’avvio travagliato della fattura elettronica era stata preannunciata una serie di abolizioni di adempimenti rimasti però lettera morta: l’abolizione delle comunicazioni periodiche, dell’esterometro, dello split payment, del reverse charge.
Se si parlasse di sola Irpef forse la previsione di una NO TAX AREA senza alcun obbligo contabile e fiscale già semplificherebbe la vita a oltre 10 milioni di cittadini italiani. La stessa cosa l’abolizione di imposte il cui gettito spesso è superiore all’incasso relativo, non ultimo l’imposta di successione. Impensabile toccare la cosiddetta Flat Tax (forfettario) sino a 65.000 euro che ha permesso a migliaia di PMI, artigiani, commercianti e professionisti di vedersi quasi azzerati gli adempimenti e ridotta la tassazione.
Durante le audizioni, per scongiurare un progetto di calcolo mensile per cassa di saldi e acconti d’imposta proposto dall’Agenzia delle Entrate che rischia di complicare la vita migliaia di attività economiche è nata la proposta mia e dell’On Marattin che sta avendo un largo consenso tra le categorie economiche, artigiani, commercianti, professionisti e tra i Commercialisti.
La nostra proposta favorisce la liquidità delle imprese e dei professionisti che si trovano fisiologicamente a credito. In sintesi permette di rateizzare in sei rate senza interessi il saldo e il primo acconto delle imposte (da luglio a dicembre) e il secondo acconto senza interessi da gennaio a giugno dell’anno successivo, mantenendo la stessa base imponibile, la stessa modalità di calcolo di saldi e acconti e anche la possibilità del calcolo presuntivo se il reddito dovesse calare tra un anno e l’altro. Alla proposta si associa l’abolizione della ritenuta d’acconto e dei quadri relativi del modello 770.
Il grande vantaggio della proposta è che finalmente nessuno finirebbe più a credito dello Stato, anche perché il secondo acconto potrebbe essere calcolato su dati di Bilancio consuntivi.
Un Ordine del giorno della Lega a mia prima firma ad oggetto la proposta è stato approvato segno importante di attenzione anche del nuovo Governo del nostro lavoro.
Questo è l’esempio di uno dei tanti “interventi selettivi” possibili che si possono associare a una grande riforma fiscale oppure qualora i tempi non la rendano possibile, un modo selettivo per migliorare il rapporto fisco contribuente di cui peraltro vi è enorme bisogno.
Una riforma fiscale che non semplifichi il fisco e non riduca la tassazione è meglio non farla!