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Prescrizione, Csm ed esame da avvocato. Parla il sottosegretario Sisto

Di Giulia Gigante

Il sottosegretario alla Giustizia commenta la convivenza al governo tra l’anima garantista del suo partito e quella giustizialista a 5 Stelle. L’intervento della ministra Cartabia, la riforma dell’ordinamento giudiziario e le date dell’esame di abilitazione

La proposta di Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), così come approvata in Cdm dal precedente governo, prevedeva uno stanziamento complessivo in favore della giustizia pari a 2 miliardi. Di cosa farà il nuovo governo ne parla con Formiche.net Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia.

Ci può dire se la nuova versione del capitolo giustizia presenterà delle differenze significative rispetto a quella predisposta dall’allora ministro Bonafede? A che punto siete con la stesura e come verranno ripartiti gli investimenti tra personale, digitalizzazione ed edilizia penitenziaria?

Il Piano è, in queste ore, presso le Commissioni permanenti del Senato, per munirsi dei necessari pareri. Per quanto riguarda la giustizia, il dibattito fra i commissari è piuttosto acceso: la sola discussione, senza che si sia proceduto a votazione, ha richiesto oltre tre ore, con posizioni spesso divergenti o troppo propositive. Va precisato che si tratta di interventi di fluidificazione del sistema, non di riforme strutturali che, di seguito al programma disegnato dalla ministra Cartabia, seguiranno a brevissimo.

La ministra Cartabia, in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera, ha invocato la necessità di aprire ‘una seria riflessione sul sistema sanzionatorio penale che … ci orienti verso il superamento dell’idea di carcere’. Ritiene realistico che ciò possa avvenire su un tema così divisivo per la maggioranza? Come possono convivere al governo due concezioni della giustizia diametralmente opposte, quali quella del M5S e quella del suo partito, ispirata al garantismo? Non si rischiano compromessi al ribasso su una materia così importante e delicata?

Le opinioni in materia possono, come fisiologico, essere diverse, ma la Costituzione è una ed una sola. L’art.27 stabilisce la finalità rieducativa della pena, che non può essere contraria al senso di umanità e scolpisce la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva: in questo contesto nobile, l’affermazione della Cartabia non solo non stupisce, ma squarcia la tela nera del giustizialismo, respingendo perentoriamente l’idea di un processo finalizzato alla sola ricerca di un colpevole.

Che ne sarà della prescrizione e dei disegni di legge delega pendenti in Parlamento per la riforma dei processi penale e civile?

Sia il presidente Draghi, sia la ministra Cartabia lo hanno detto e ridetto: la disciplina della prescrizione sarà cambiata e migliorata, in sintonia con la necessità di garantire la ragionevole durata del processo, come stabilisce l’art. 111 della Carta Costituzionale. Ed è un’esigenza fortissimamente percepita sia dagli operatori delle Aule, sia dai rappresentanti dell’Accademia: e quando vi è tale diffusa sensibilità, la modifica è addirittura naturale.

I disegni di legge delega non saranno cestinati. Si partirà da quei testi, con ampissima facoltà di emendarli e adeguarli alle “sensibilità arricchite” di cui si avvale il Governo in carica (le commissioni di studio sono già partite), oltre che ovviamente alle scelte finali del Parlamento, tornato, ora, finalmente nel suo ruolo fondamentale di “luogo amato delle Leggi”.
In questa prima parte della Legislatura, pareva si fosse trasferito a Chi l’ha visto

A settembre è previsto il rinnovo del CSM. È in cantiere una riforma del meccanismo di voto?

La riforma dell’ordinamento giudiziario, con il Csm in prima fila, è ritenuta davvero una urgenza, e non solo per l’effetto mediatico di racconti dall’interno, che non possono e non devono essere ritenuti a mo’ di “sacre scritture”. Vi è la condivisa esigenza di un intervento sistematico sia sui criteri di elezione, sia sui requisiti e caratteristiche per individuare i capi degli uffici giudiziari, con particolare attenzione della Ministra ai profili della formazione manageriale ed alla specifica capacità organizzativa dei singoli.

Un decreto legge ha appena sostituito le prove scritte dell’esame di avvocato 2021 con due prove orali, per rispettare le prescrizioni anti-Covid. Quando usciranno le date delle prove? Ritiene che le modalità previste siano idonee a verificare le effettive capacità dei candidati? Non pensa che siano maturi i tempi per una riforma strutturale dell’accesso alla professione?

La prima uscita della giustizia Made in Cartabia (& co…) è stata rapida, efficace, felice per contenuti ed effetti: gli esami di abilitazione alla professione di avvocato si terranno, e nei tempi di sempre. Pur con qualche breve differimento dell’inizio, l’ammissione alla prova orale tradizionale, la seconda, avverrà esattamente alle scadenze solite: in periodi così difficili, non si poteva fare di più. La riforma? Chissà che dall’emergenza non si possano trarre spunti utili per implementarne una a misura sartoriale di professione-avvocato…

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