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L’educazione finanziaria, un pilastro per il futuro dell’Italia

L’educazione finanziaria e la sua diffusione è stata al centro del seminario organizzato ieri in digitale dalla prestigiosa Scuola Politica “Vivere nella Comunità”. Tra i partecipanti, moderati da Paolo Boccardelli presidente del Supervisory board, Pellegrino Capaldo e Marcello Presicci promotori della Scuola Politica, Magda Bianco, Banca d’Italia, Stefano Lucchini, presidente FEduF, Maria Bianca Farina, presidente Poste Italiane e Massimo Lapucci, Fondazione Crt. Sono intervenuti inoltre i presidenti di Generali, Sace, Ansa, Citigroup, Fondazione Cdp e Ptsclas

La necessità di avere una conoscenza degli strumenti finanziari, della mobilitazione del risparmio privato verso l’economia reale attraverso attività finanziarie che possano garantire la crescita economia italiana è, secondo Paolo Boccardelli, un tema quanto mai attuale. Una riflessione che è stata al centro della recente lezione di Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, presso la Scuola Politica “Vivere nella Comunità”.

Il seminario è stato introdotto dai saluti del ministro della Giustizia, prof.ssa Marta Cartabia, membro del supervisory board. Tra i partecipanti, moderati da Boccardelli presidente del Supervisory board, Pellegrino Capaldo e Marcello Presicci promotori della Scuola Politica, Magda Bianco, Banca d’Italia, Stefano Lucchini, presidente FEduF, Maria Bianca Farina, presidente Poste Italiane e Massimo Lapucci, Fondazione Crt. Sono intervenuti inoltre i presidenti di Generali, Sace, Ansa, Citigroup, Fondazione Cdp e Ptsclas.

UNA COMPETENZA DI CITTADINANZA ATTIVA

Il tema dell’educazione finanziaria è cruciale e i motivi riguardano l’intera economia, i paesi che hanno un maggiore livello di educazione finanziaria garantiscono infatti una maggiore inclusione finanziaria, una riduzione delle diseguaglianze, una resilienza a shock finanziari improvvisi e una possibilità di crescita con la migliore allocazione delle risorse finanziarie.

Sono i punti principali che garantiscono un legame con il benessere individuale, secondo Magda Bianco. I luoghi di intervento in ambito di educazione finanziaria sono in primis tra i giovani, con i quali c’è un tema generale di impatto sulla capacità di esercitare una cittadinanza attiva. Nel partecipare al dibattito pubblico, ha sottolineato Bianco, le scarse competenze non consentono di valutare e quindi di fare scelte sociali e politiche consapevoli.

Ma è necessario qualificare le caratteristiche anche degli adulti in Italia, per i quali secondo dati Ocse, la situazione è migliore a livello di conoscenze finanziarie nel confronto internazionale ma non in termini di comportamento o attitudini. Una delle caratteristiche delle scarse competenze italiane è che sono collegate in modo molto stretto con quelle matematiche, ma c’è anche un divario di genere molto forte.

In questo contesto, il Comitato per l’educazione finanziaria (Edufin) negli anni si è dedicato a varie attività, tra cui la preparazione di Linee guida per la realizzazione di programmi di educazione finanziaria per adulti e ragazzi, al fine di affiancare contenuti di educazione finanziaria a programmi esistenti. Anche Banca d’Italia si impegna su questo tema con un portale che si chiama Economia per tutti con molte notizie, video, approfondimenti, giochi e strumenti interattivi.

EDUCAZIONE CIVICA E FINANZIARIA

“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del paese”. L’articolo 47 della Costituzione, a cui ha fatto riferimento Stefano Lucchini, ci ricorda che l’educazione finanziaria è un obbligo costituzionale.

In Italia ci sono molti soggetti attivi nella diffusione di questa materia, una delle più presenti è la FEduF, che si caratterizza con un forte orientamento divulgativo, come sottolineato da Lucchini. Tuttavia, le iniziative sono perlopiù sparpagliate sul territorio, è necessario far sì che l’Edufin diventi un catalizzatore per le diverse attività.

Nel momento in cui è stato recentemente riportato l’obbligo di educazione civica a scuola con il voto in pagella servirebbe un emendamento che permetta di inserire all’interno della legge anche l’educazione finanziaria. Secondo il presidente Lucchini, questa è una necessità insieme alla possibilità di creare una sorta di percorso formativo per i professori di scuola che poi dovranno ingaggiarsi con gli studenti su questo tema.

Come l’educazione civica, anche l’educazione finanziaria è uno strumento fondamentale per contribuire al benessere sociale a tutto tondo. La costruzione di questo asset implica un lavoro sinergico che coinvolga tutto il sistema paese, come sottolineato da Maria Bianca Farina.

WELFARE E PROTEZIONE

L’emergenza che stiamo vivendo ha impresso al nostro sistema uno shock senza precedenti sul piano sanitario e sociale, ma anche su quello economico e finanziario. La pandemia ha acuito, in alcuni casi accelerato, i profondi cambiamenti che erano in atto sia in Italia sia a livello globale e che stavano già dando i loro frutti, ha ricordato Farina.

Le tendenze demografiche attuali, ad esempio, che registrano un invecchiamento della popolazione e una bassa natalità come gli ultimi dati Istat hanno confermato, compromettono la sostenibilità del livello di welfare progettato per una società giovane, in crescita economica e con alti livelli di occupazione. Allora, adattare questo modello di welfare alle esigenze di oggi rappresenta una priorità collettiva e politica e una sfida per ognuno, secondo la presidente di Poste Italiane.

I bisogni di welfare aumentano, ma a fronte c’è una spesa pubblica che per ragioni di bilancio non potrà espandersi allo stesso ritmo, ha ricordato Maria Bianca Farina. Per questo, agli individui viene demandata sempre di più una auto-responsabilizzazione e una consapevolezza nelle proprie capacità decisionali al fine di definire prospettive e strategie efficaci per fronteggiare rischi e incertezze riguardo al futuro.

Nonostante le molte iniziative intraprese dagli operatori economici, associazioni di categoria, come ad esempio quelle di Poste Italiane e della Fondazione forum Ania, la strada da percorrere come rilevano le statistiche è ancora lunga. Tutti i mezzi di comunicazione possono giocare un ruolo fondamentale per veicolare nozioni base di educazione finanziaria, ma una strategia di formazione efficace non si può limitare alla divulgazione di nozioni. Si tratta di un’attitudine di vita corretta per le decisioni economiche e l’interesse a un apprendimento continuativo, in un’ottica di lungo periodo.

INNOVAZIONE FINANZIARIA E SOSTEGNO ATTIVO

Sul tema, le Fondazioni di origine bancaria come la Fondazione Crt, sono partite dall’osservazione secondo la quale nel nostro paese c’è un divario di conoscenze importante. La mancanza di basi e l’incapacità di saper decodificare alcuni fenomeni finanziari implicano l’impossibilità di saper leggere correttamente la realtà, come ha rilevato Massimo Lapucci.

Per le nuove generazioni questo significa essere cittadini meno consapevoli e a livello globale cittadini che prendono le proprie decisioni sulle base di elementi di natura populistica e fideistica. La Fondazione Crt, sul fronte del sostegno a una corretta educazione finanziaria sia in Italia sia a livello europeo, si occupa dell’avvicinamento alle discipline meno diffuse consentendo di approfondire determinati temi con metodologie innovative.

Soprattutto nell’ultimo anno, specie per la fascia preadolescenziale, il focus in termini di educazione finanziaria è stato quello della consapevolezza nella gestione del denaro nei pagamenti digitali, come ha evidenziato Lapucci. Oltre al sostegno alle politiche di formazione la Fondazione tende a intervenire su soggetti e target diversi che possono trovarsi in un momento di particolare difficoltà, ad esempio attraverso il contrasto ad alcune attività di usura.

Lapucci ha ricordato anche la necessità per un paese come l’Italia di fare innovazione finanziaria. Tutto questo richiede non solo un impegno degli attori protagonisti ma una diffusa educazione finanziaria senza la quale, soprattutto in momenti come questi caratterizzati da una straordinarietà, una ripresa diventa molto complessa se non di difficile realizzazione.


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