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Il Next Generation non si occupa abbastanza della prossima generazione

Le commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato invitano il governo a integrare il testo del Pnrr nella parte relativa “alla prossima generazione, specificando dettagliatamente la strategia e i provvedimenti ‘trasversali’ rivolti alle giovani generazioni”. Ecco i suggerimenti delle commissioni

La proposta di Pnrr non individua “con chiarezza le modalità attraverso le quali i fondi europei garantiranno la prossima generazione di italiani rispetto alle sfide richiamate dal documento europeo”. È quanto si legge nella relazione delle commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato, dove si “invita il governo a integrare” il testo nella parte relativa “alla prossima generazione, specificando dettagliatamente la strategia e i provvedimenti ‘trasversali’ rivolti alle giovani generazioni, nonché ad adottare misure volte ad introdurre strumenti di analisi e verifica sistematica dell’impatto delle politiche pubbliche destinate ai giovani e dei relativi programmi finanziati”.

Tra le misure legate all’imprenditoria giovanile, si suggerisce poi di “potenziare e razionalizzare le misure di supporto alle startup giovanili, per esempio valutando la possibilità di assegnare a giovani dai 18-35 anni titolari di startup/imprese/cooperative una percentuale degli immobili dello Stato, in comodato d’uso gratuito per due anni, dove svolgere la propria attività imprenditoriale”.

Una riflessione particolare “attiene all’investimento in progetti di cohousing per giovani con occupazioni dalle forme atipiche/precarie/flessibili, per incentivare l’autonomia economica e abitativa dalla famiglia di origine e per sostenere le coppie con uno o più figli o monogenitoriali a rischio di disagio abitativo perché non possono contrarre un mutuo o pagare interamente un affitto”.

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