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Lula e il “compagno Napolitano”. In Brasile si parla ancora di Cesare Battisti

Lula si scusa con l’ex Presidente della Repubblica e con l’Italia per non averlo estradato. Bolsonaro mette nel mirino un giudice: “difensore del terrorista”

In Brasile si parla ancora di Cesare Battisti, consegnato all’Italia dal presidente Jair Bolsonaro a inizio 2019. Sul terrorista dei Proletari armati per il comunismo hanno parlato recentemente sia Bolsonaro sia l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ha chiesto scusa “al compagno [Giorgio] Napolitano” e al popolo italiano per non averlo estradato.

LE PAROLE DI LULA

“Chiedo scusa al popolo italiano, credevo che non fosse colpevole ma dopo la sua confessione posso solo scusarmi. Mi sono sbagliato”, ha detto Lula intervistato a Tg2 Post. “Ho moltissimi amici nella politica italiana, nei sindacati, nella chiesa. Sono amico del presidente Enrico Letta, conosco [Romano] Prodi”, ha detto ancora. Poi ha sferrato un attacco durissimo a Bolsonaro per la gestione della pandemia: “Il Brasile ha un governo totalmente irresponsabile nella gestione della pandemia e irrispettoso nei confronti della popolazione. Il Covid è un flagello che deve essere affrontato a livello mondiale. Ne ho già parlato con molti leader internazionali. Voglio dire anche all’Italia, che presiederà il G-20, e al premier Mario Draghi di creare una governance mondiale per combattere la pandemia. Ne parlerò anche col Papa”.

LA PROMESSA DI RICANDIDARSI

Riguardo alle sue vicende giudiziarie, Lula ha affermato che “in passato hanno voluto impedire che mi candidassi alle elezioni del 2018. Ma se ci saranno le condizioni mi candiderò nel 2022 perché la situazione in Brasile è peggiorata, le condizioni di vita sono critiche. Durante gli anni del mio governo il Brasile era diverso, i cittadini erano orgogliosi del loro Paese, c’erano meno diseguaglianze”, ha aggiunto accusando anche l’ex giudice Sergio Moro, che lo ha condannato ed è stato poi accusato dalla Corte suprema di aver agito in modo non imparziale. “Moro ha sbagliato, ha mentito. Io gli ho detto: tu mi vuoi condannare perché ho commesso un reato gravissimo, ho permesso ai poveri di frequentare le università, ho dato loro dignità e diritti”.

BOLSONARO CONTRO LA CORTE SUPREMA

Il presidente Bolsonaro ha ingaggiato un nuovo braccio di ferro con la Corte suprema, accusando il giudice Renato Barroso di attivismo politico e di essersi dimostrato un “difensore di terrorista”, nella gestione del “caso Battisti”. Nella giornata di giovedì, il giudice aveva ordinato al Senato l’apertura di una commissione permanente di inchiesta per verificare eventuali mancanze del governo nella gestione della pandemia del nuovo coronavirus. Una “giocata organizzata tra Barroso e i banchi di sinistra del Senato per attaccare li governo”, ha detto Bolsonaro. Poi l’attacco al giudice sottolineando di “conoscerne il suo passato, la vita e quello che ha sempre difeso. Il modo in cui è arrivato alla Corte, compreso difendendo il terrorista Cesare Battisti”.



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