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Un patto atlantico per salvare l’automotive. Il ruolo di Torino

Di Enrico Maria Rosso

Torino deve ripensare ad un ruolo strategico partendo proprio dal suo Dna e lo deve fare adesso. Il commento di Enrico Maria Rosso, ceo del gruppo HT&L e Rappresentante onorario della Camera di Commercio Americana in Piemonte

Ormai è argomento del giorno quello legato ad un comparto sempre più sotto pressione ma che rappresenta ancora il 10% del Pil Italiano. Sono circa 160 miliardi di euro nel 2020 (erano circa 200 nel 2019) i soldi spesi da famiglie e imprese per l’acquisto di veicoli nel nostro territorio. La filiera produttiva automotive in Italia rappresenta 5.529 imprese 274 mila addetti (diretti e indiretti), più del 7% degli occupati del settore manifatturiero italiano. Numeri importanti che devono far riflettere!

Un bene durevole che ha saputo nel tempo far ripartire e trasformare un Paese da agricolo a manifatturiero ponendo le basi per un’affermazione mondiale a 360°. Questo è quello che ha rappresentato l’Automobile per l’Italia, complice l’intuizione nel lontano 1906 di alcuni uomini illuminati che hanno fatto la storia. Questo valore vorrei ritrovare nello spirito di oggi e ritrovarlo a Torino, fulcro e start-up di un nuovo e rinnovato concetto legato all’Auto del futuro.

Auto del futuro che deve per forza ripartire da Torino prendendo da esempio quello che 115 anni fa ha rappresentato la svolta di questo Paese. Ma proprio la prima automobile di massa nata in America sotto il genio di Henry Ford ha fatto si che si completasse quel “ponte” immaginario che ancora adesso deve esser preso da riferimento. La crescita costante dell’Economia Americana deve darci lo sprono e deve indicarci la strada per far sì che ci sia un traino forte di sviluppo per il comparto automotive!

L’America è un Paese fondamentale e strategico per il settore automotive: un Paese precursore dei tempi e dello spirito innovativo. Occorre pensare ad un patto atlantico che veda questa voglia di rinnovamento e rivincita torinese come hub automotive del futuro. Torino deve ripensare ad un ruolo strategico partendo proprio dal suo Dna e lo deve fare adesso.

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