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Marocco, un altro governo islamico in crisi

Anche in Marocco c’è aria di crisi istituzionale. Il principale alleato del governo islamista ha annunciato ieri che sei ministri presenteranno a breve le dimissioni. Una decisione che potrebbe fare sgretolare l’esecutivo dell’islamista moderato Abdelilah Benkirane, leader del Partito della Giustizia e lo Sviluppo (nella foto). Il partito ora cerca un altro alleato per mantenere la maggioranza parlamentare perché in caso contrario si dovrà tornare alle urne.

Il comitato esecutivo del Istiqlal, il partito più antico del Marocco e la seconda forza elettorale del Paese, ha annunciato il ritiro dal governo. Il premier non ha soddisfatto le sue rivendicazioni. Il leader Hamid Chabat ha chiamato al re Mohamed VI per comunicare la decisione. Due mesi fa è stato il monarca a fermare il primo tentativo di uscita del Istiqlal dal governo.

Gli ostacoli della coalizione

Dalla fine di questo anno, quando Chabat è diventato segretario del partito, non ha mai smesso di criticare il primo ministro marocchino e il suo governo. Le accuse sono di non sapere gestire la crisi economica del paese, la diminuzione della crescita e le finanze pubbliche. Secondo Ali Anouzla, direttore del quotidiano on line Lakome, l’unico obiettivo politico di Chabat è stato ostacolare le iniziative del Partito della Giustizia e lo Sviluppo.

Le pressioni della coalizione del governo e del palazzo reale hanno impedito che Benkirane facessi le riforme promesse. Come ad esempio, “l’islamizzazione della tv pubblica” nella quale si volevano introdurre le cinque preghiere giornaliere e sopprimere i giochi di azzardo.

Elezioni anticipate?

Sempre secondo Lakome, l’ipotesi delle elezioni anticipate è poco probabile perché secondo i sondaggi gli islamisti vincerebbero ancora, come è accaduto a novembre del 2011. Questa volta con una maggioranza ancora più ampia.

L’opinione pubblica marocchina è del parere che il bilancio del governo non è positivo perché non gli è stato permesso lavorare autonomamente. Per scongiurare l’instabilità politica erano state posticipate le elezioni municipali.

Anche se formalmente sono iscritti al Istiqlal, due dei ministri dimissionari, Nizar Baraka (ministro dell’Economia) e Yussef Amrani (ministro degli Affari esteri) sono più sostenitori del palazzo reale che del partito. Resta ancora da vedere se seguiranno le indicazioni di Hamid Chabat.



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